2015-04-10 11:35:00

Vescovi Usa: Obama fermi pratica detenzione famiglie immigrate


La pratica di detenere le famiglie immigrate in fuga dalla violenza dell'America centrale sarà una "macchia" nell'eredità del presidente Barack Obama e nell'immagine del Paese: lo hanno detto i leader religiosi che recentemente hanno visitato il centro di detenzione per le famiglie a Dilley, nel Texas. Kevin Appleby, direttore delle politiche migratorie della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB), ha avvertito che la pratica della detenzione "ha il potenziale sufficiente per deteriorare l'eredità del presidente sulla questione dell'immigrazione. Con una mano si dà e con l'altra si toglie".

"Dopo questa visita, la mia domanda principale è: perché? Perché mettere in stato di detenzione a queste persone vulnerabili, madri giovani e traumatizzate che, con i loro figli, sono fuggite dalla persecuzione nei loro paesi di origine?". Lo ha detto mons. Garcia-Siller, vescovo di San Antonio (Texas). "Una grande nazione come la nostra non ha bisogno di imprigionare i più vulnerabili come forma di deterrenza. Il carattere morale di una società si giudica da come tratta i più vulnerabili. La nostra politica di detenzione delle famiglie è vergognosa e prego le istituzioni di porre fine a questa pratica", ha aggiunto.

Mons. Elizondo, presidente della commissione per le migrazioni della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti (USCCB), ha detto dopo la visita: "La detenzione delle famiglie non ha senso. Risulta particolarmente dannosa per i bambini, che subiscono danni emotivi e psicologici dopo l'arresto. Questa politica è una macchia nella storia dell'amministrazione americana sull'immigrazione".

Secondo mons. James Tamayo, vescovo di Laredo, in Texas, esistono alternative alla detenzione: azioni umanitarie che possono essere utilizzate in favore delle persone coinvolte. Dalla scorsa estate, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) ha arrestato centinaia di famiglie, conducendole nei centri di detenzione in New Mexico, Texas e Pennsylvania, come conseguenza delle nuova politica di detenzione rivolta a quanti fuggono dall'America centrale e attraversano illegalmente la frontiera con gli Stati Uniti. 








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