2015-04-10 09:27:00

Migliaia di profughi africani intrappolati nello Yemen


La guerra nello Yemen non risparmia nessuno: da molti mesi, circa 4.200 eritrei ed etiopi e circa 5mila somali, registrati sotto responsabilità dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, sono abbandonati nella città di Sanaa, in balìa di criminali o di uomini armati che li rapiscono per arruolarli a forza nelle varie milizie. Molti i profughi che scompaiono nel nulla. Don Mussie Zerai, fondatore e presidente dell’agenzia Habeshia, ha lanciato un ennesimo appello al microfono di Gabriele Beltrami:

R. – Un gruppo di profughi eritrei, etiopi e somali sono intrappolati in una zona di guerra nella città di Sanaa e chiedono di essere evacuati, di essere protetti perché in questo momento sono vittime di attacchi sia da parte di gruppi di criminali ma anche di milizie che li sequestrano, li portano contro la loro volontà ai combattimenti. Questa è la situazione che stanno vivendo. Sono profughi fuggiti dall’Eritrea, dall’Etiopia e dalla Somalia, che cercano una soluzione per la loro situazione attuale, essere intrappolati in una zona di guerra.

D.  – Cosa chiedete alla comunità internazionale?

R.  – Quello che noi stiamo chiedendo alla comunità internazionale è di trovare un Paese che possa dare accoglienza e protezione a queste persone: stiamo parlando di richiedenti asilo e rifugiati, cioè persone che non possono tornare nel loro Paese di origine, per cui serve un Paese che possa offrire accoglienza e protezione a queste persone. Io ho mandato all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati un appello per cercare di trovare soluzione a questa situazione e soprattutto di non abbandonarli, di evacuare queste persone insieme a tutti gli altri. In questi giorni, infatti, ogni nazione sta evacuando i propri cittadini ma i rifugiati rischiano di essere abbandonati a se stessi. Questo è il nostro appello e speriamo di ricevere una risposta positiva in temi rapidi, soprattutto per salvare la vita di queste persone.

D.  – Quale azione può mettere in campo la Chiesa cattolica in Paesi come lo Yemen?

R. – Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, nello Yemen, non abbiamo la presenza di un’organizzazione cattolica all’interno che possa intervenire per venire incontro a queste persone, ma nei Paesi vicini, come Gibuti ed Etiopia, ci sono organizzazioni cattoliche. Anche qui noi stiamo cercando di sensibilizzare le istituzioni internazionali e chiediamo anche alla Chiesa cattolica, qui, in Europa, di spingere e di sensibilizzare l’Unione Europea a rispondere positivamente, a trovare una soluzione e salvare la vita di questi profughi intrappolati in zone di guerra.








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