2015-04-09 12:50:00

Yemen: Iran invia due navi, cresce tensione con Riad


Cresce la tensione tra Iran e Arabia Saudita per lo Yemen. Teheran ha inviato due navi nel golfo di Aden. Una decisione letta come un sostegno ai ribelli sciiti houti che continuano ad avanzare. Riad, invece, appoggia con raid aerei il governo yemenita di matrice sunnita. La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha detto che l'aggressione saudita contro i ribelli sciiti è un crimine e un genocidio che potrebbe essere perseguito dai tribunali internazionali. Sulla rivalità tra Iran e Arabia Saudita, Fausta Speranza ha sentito la professoressa Valeria Talbot, esperta dell'ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale:

R. – Senz’altro, vi è una forte rivalità tra Arabia Saudita e Iran nel contesto mediorientale, e quella dello Yemen da molti viene vista come l’ultima partita in cui si gioca, appunto, il confronto tra Riad e Teheran. Dal canto suo, però, l’Iran nega di armare i ribelli Houti: in sostanza, l’Iran propone un cessate-il-fuoco per permettere assistenza umanitaria nel Paese e per stabilire un dialogo quanto più ampio possibile tra le varie forze presenti nel Paese, che poi possa costituire la base per un governo ampio e rappresentativo. Allo stesso tempo, l’Iran preme perché il Pakistan non si unisca all’intervento militare guidato dall’Arabia Saudita.

D. – L'Iran è con Pakistan e Turchia a chiedere diplomazia e dialogo. Una sorta di nuova alleanza?

R. – Sarei cauta a parlare di “alleanze”; ma l’Iran, comunque, sta cercando di spendersi per un dialogo, forse anche sulla scia dell’accordo sul nucleare che è stato raggiunto la scorsa settimana. Ma nessuno ha interesse a un’ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente, né l’Iran né la Turchia e, dal canto suo, neanche l’Arabia Saudita, perché le ricadute sarebbero innanzitutto sulla stessa Arabia Saudita che confina con lo Yemen, ma anche sull’intera regione.

D. – All’Onu è allo studio una Risoluzione sull’embargo di armi, ma la Russia preme perché non sia embargo solo per i ribelli sciiti ma per tutte le parti in causa. Che dire?

R. – In questo modo, l’embargo soltanto a una delle parti in causa non porterebbe a una soluzione condivisa da tutte le parti.

D. – Lei che è esperta della penisola arabica, ma un embargo di armi in quella zona è possibile?

R. – Le armi in quell’area vengono attraverso vari canali.

D. – Sicuramente non è facile fare rispettare un embargo, in quella zona …

R. – Sì, senz’altro non è facile, considerato appunto che le armi lì vengono da canali non ufficiali e poi consideriamo anche la presenza delle organizzazioni terroristiche: la presenza di al Qaeda che, anzi, sta traendo vantaggio da questa situazione di caos e di destabilizzazione nello Yemen.








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