L'operatore di Caritas Siria, Safouh Al-Mosleh, è rimasto ucciso martedì scorso, nel bombardamento che ha centrato la sua casa, situata nella zona di piazza Farhat, dove sono concentrate le cattedrali greco-cattolica, armena e maronita. Il quartiere, caratterizzato da una forte presenza cristiana - riferisce l'agenzia Fides - di recente è stato colpito da pesanti bombardamenti da parte dei gruppi ribelli di matrice jihadista che continuano a combattere contro il regime di Assad.
Era momentaneamente a casa per un controllo
Secondo la ricostruzione fornita da Caritas Internationalis, la famiglia di Safouh
Al Mosleh era stata già evacuata, e lui era tornato a casa per un controllo veloce
quando l'abitazione è stata raggiunta dai colpi di artiglieria. Safouh aveva circa
quarant'anni, apparteneva alla comunità greco-cattolica e aveva iniziato a lavorare
per la Caritas da più di un anno.
Aleppo minacciata dalle due milizie jihadiste
Secondo informazioni fornite da Caritas Siria e pervenute a Fides, l'intensità del
conflitto nel nord del Paese sta aumentando di giorno in giorno, dopo che le milizie
jihadiste hanno conquistato la città di Idlib, situata non lontano dalla strada che
unisce Aleppo a Damasco. Aleppo ora è minacciata sia dai jihadisti dello Stato Islamico
che da quelli che fanno capo al Fronte Al Nusra, legato ad al-Qaida. Finora, in quella
parte della Siria, le due entità jihadiste continuano a essere in lotta tra loro.
Anche nella notte tra il 7 e l'8 aprile un attacco kamikaze compiuto da adepti dello
Stato Islamico ha colpito postazioni quaidiste a nord di Aleppo, provocando decine
di morti, compreso l'emiro Abu Maria, legato ad al Nusra. (G.V.)
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