2015-04-03 16:30:00

Barocco a Roma: 200 opere del XVII secolo a Palazzo Cipolla


Il XVII secolo torna di moda. Dal primo aprile al 26 luglio si svolge al Palazzo Cipolla di via del Corso la mostra “Barocco a Roma. La meraviglia delle arti” che propone circa 200 opere tra pezzi famosi e inediti. Corinna Spirito ha chiesto alla curatrice Maria Grazia Bernardini di spiegarne il valore artistico e culturale:

R. – E’ veramente un’occasione unica per approfondire un argomento che sembra molto scontato - perché Roma si identifica con il Barocco – ma che così scontato non è. La mostra ha proprio questo scopo di illustrare l’evoluzione e le caratteristiche del linguaggio Barocco dal primo Seicento fino intorno al 1680. Abbiamo scelto la data della morte di Bernini per dare un termine a questo movimento.

D. – E grazie a questa analisi del Barocco sarà poi possibile vedere Roma con occhi nuovi. Anche per questo sono state organizzate una serie di iniziative collaterali alla Mostra…

R. – Sì, oltre alla mostra, la Fondazione Roma ha organizzato una serie di percorsi che permettono di vedere opere e monumenti di solito chiusi al pubblico. Abbiamo la mostra sulle feste barocche a Palazzo Braschi; una mostra sui disegni di Francesco Borromini per Sant’Ivo alla Sapienza all’Archivio di Stato; una mostra sul ritratto barocco nel Palazzo Chigi di Ariccia. Abbiamo, poi, la possibilità di seguire dei percorsi tematici all’interno del Palazzo Barberini, dei Musei Capitolini, della Galleria Doria e della Galleria Colonna. Inoltre, ci sono dei percorsi particolari previsti ai Musei Vaticani, dove si può percorrere la Scala Regia, generalmente chiusa. E, ancora, ci sono aperture straordinarie: l’Oratorio dei Filippini e Propaganda Fide.

D. – Tornando alla mostra al Palazzo Cipolla, sono presenti anche progetti di famosi monumenti che hanno cambiato il volto di Roma…

R. – Abbiamo nelle prime due sezioni illustrato la prima metà del Settecento, in cui si avvertono le radici del Barocco e l’esplosione sotto Urbano VIII. Nella terza sezione, invece, attraverso disegni, modelli e incisioni, illustriamo i monumenti più importanti e più significativi della Roma barocca, perché quest’arte che nella prima metà del Seicento si ferma soprattutto all’interno di chiese e palazzi, nella seconda metà del Seicento poi si riversa nella città. Quindi si creano quei particolari punti di significato artistico e culturale che diventano poi l’emblema di Roma. Pensiamo al Colonnato di San Pietro o alla Fontana dei Fiumi di Piazza Navona. Roma cambia volto: da una città molto più tranquilla ad una città altamente scenografica.

D. – Da dove provengono le circa 200 opere esposte nella mostra “Barocco a Roma”?

R. – Certamente la maggior parte delle opere sono sicuramente a Roma. Noi, però, abbiamo cercato di inserire nel percorso della mostra opere assolutamente celeberrime e che non potevano certamente essere trascurate. Faccio l’esempio del busto di Scipione Borghese o della Costanza Bonarelli di Bernini o i dipinti di Piero da Cortona. Ma abbiamo anche trovato opere di collezionisti privati o di musei stranieri, che o non sono mai stati visti a Roma o che magari sono anche sconosciuti agli studiosi. Abbiamo alcune opere inedite, che sono veramente molto interessanti.

D. – La mostra è frutto anche di una forte sinergia tra pubblico e privato, elogiata anche dallo stesso ministro Franceschini…

R. – Certamente, è uno degli esempi virtuosi di collaborazione tra pubblico e privato. In fin dei conti, la Fondazione Roma ha dato a noi studiosi l’opportunità di creare una mostra che è un’offerta culturale di altissimo livello. Il ministro Franceschini ha, infatti, detto che non è una delle tante mostre che sono fatte a volte senza un vero scopo. Qui dietro c’è un vero progetto scientifico, che potrà aiutare i visitatori ad apprezzare ancora di più l’arte barocca.








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