Domani, sabato 28 marzo, torna l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico. Le luci si spegneranno per un’ora, dalle 20:30 alle 21:30, attraverso tutti i fusi orari. A Roma, si spegneranno come sempre le luci della Cupola di San Pietro e - novità dell'edizione 2015 - anche quelle della Sinagoga e della Grande Moschea perché, come spiega Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF, nell’intervista di Emanuela Campanile, la sfida climatica è anche una questione morale:
R. – Ognuno di noi può pensare di essere impotente, perché è solo a fare qualche cosa. Invece si può pensare che si sta facendo qualche cosa che si unisce a gesti uguali di tante altre persone.
D. – Dal 2007, dunque, gli organizzatori di Earth Hour hanno e stanno sempre lavorando per organizzare l’evento dell’anno. Ma durante tutti gli altri giorni come viene pensata l’informazione per intessere, appunto, la consapevolezza dell’opinione pubblica che il surriscaldamento globale è un pericolo?
R. – Cerchiamo di assicurare un’informazione costante e devo dire che, da parte dei cittadini, c’è una richiesta di maggiore informazione. Però da parte dei media, invece, questa informazione non viene data e non viene data nel mondo giusto. E questo perché nella nostra stampa - devo dire con sincerità – non abbiamo degli editori indipendenti e quindi molte volte nello stesso gruppo o addirittura nei consigli di amministrazione siedono delle persone che poi hanno interessi precisi, per esempio nei combustibili fossili; dall’altra parte abbiamo anche una stampa un po’ drogata di notizie, per cui il cambiamento climatico può fare notizia quando escono dei rapporti allarmanti e dopodiché non fa più notizia il giorno dopo.
D. – E la gente?
R. – E’ molto preoccupata! E questo lo riscontriamo dalle indagini che vengono fatte. Allo stesso tempo la gente ha ben chiare le soluzioni: questa è la cosa un po’ strana… Le persone vedono benissimo che i combustibili fossili, che pure hanno assicurato una grande prosperità, hanno però prodotto moltissimi effetti ed oserei dire non solo ambientali.
D. – L’edizione 2015 propone una novità, una novità assoluta…
R. – Sì! Quest’anno, oltre alla Basilica di San Pietro – la Cupola e il colonnato della Basilica di San Pietro – che già da alcuni anni aderisce alla Earth Hour, anche la Moschea di Roma e la Sinagoga di Roma aderiscono all’iniziativa e si spegneranno. Questa è una novità molto importante, anche perché fa seguito a un dibattito molto forte tra tutte le religioni sugli aspetti morali del cambiamento climatico: il cambiamento climatico colpisce soprattutto i più vulnerabili, i più poveri, coloro che non lo hanno prodotto da una parte e mette dell’altra una seria ipoteca sulla possibilità di vivere in un pianeta abitabile per le future generazioni. Questo comportamento sbagliato e dettato da interessi di parte – quindi da interessi egoistici – sta mettendo a rischio il futuro della civilizzazione umana. Questo è molto sentito e siamo veramente molto emozionati dal fatto che le tre religioni monoteiste lo testimoniano con tanta forza.
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