2015-03-23 14:09:00

Yemen: rischio guerra civile, caos avvantaggia al Qaida e Is


Rischio altissimo di guerra civile nello Yemen, dopo gli ultimi sanguinosi attentati di venerdì scorso che hanno colpito tre moschee sciite e un edificio governativo nelle città di Sanaa e Saada. Preoccupazione nella comunità internazionale per uno scenario di violenze fuori controllo, combinato alla presenza del sedicente Stato islamico in Siria, in Iraq e in Libia. Il servizio di Roberta Gisotti:

Allerta del Consiglio di sicurezza dell’Onu che, riunito ieri sera, ha invitato tutte le parti e gli Stati membri ad astenersi da qualsiasi azione che mini l’unità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dello Yemen, esprimendo sostegno al presidente Hadi, deposto a settembre dalle milizie sciite Huthi e ritiratosi dalla capitale Sana’a nella città di Aden. Hadi, lo ricordiamo, era succeduto nel febbraio 2012 al presidente Saleh, travolto dai moti della "primavera araba" nel 2011. Unificato solo nel 1990, lo Yemen - unica Repubblica nella penisola arabica, Paese non petrolifero, tra i più poveri al mondo - è da anni alla ricerca di uno Stato federale. Oggi, versa in uno stato di caos istituzionale, travolto da faide regionali, da rivalità tra popolazione sciita e sunnita, sfociata in uno scontro frontale tra miliziani sciiti filo-iraniani e forze lealiste del presidente Hadi, sostenuto da Arabia Saudita e Stati Uniti, che sono alla caccia di cellule di al Qaeda nel sud e nell’est del Paese. In questo quadro, l’ex presidente Saleh che per anni aveva combattuto i miliziani Huthi arrocati nel nord è tornato sulla scena, in funzione anti Hadi, sostenendo la causa dei suoi ex nemici, gli insorti zaiditi, branca dello sciismo cui appartiene lo stesso Saleh.

“Un dialogo pacifico è l’unica opzione che abbiamo”, ha ammonio l’inviato speciale dell’Onu, Benomar, a evitare le derive della Siria e della Libia, Infatti “sarebbe illusorio - ha spiegato - credere che le milizie Huthi possano prendere tutto il controllo del Paese o che il presidente Hadi possa mettere insieme un numero sufficiente di truppe per liberarlo”. Grande è il timore che al Qaida usi l’instabilità del Paese a suo vantaggio, favorendo l’avanzata del sedicente Stato islamico nell’area mediororientale.








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