2015-03-18 12:21:00

Netanyahu vince ancora. Quanto resterà isolato Israele?


"Il successo è stato clamoroso e inaspettato per buona parte dello stesso Likud. A favorire la vittoria di Netanyahu è stata da un lato una campagna elettorale della sinistra troppo concentrata a stigmatizzare la figura del leader antagonista, dall'altro una destra che non si è fidata di puntare su altri personaggi al di fuori di lui, ritenuti sostanzialmente inesperti soprattutto di fronte all'incertezza politica di molti paesi arabi confinanti". Il giornalista Aldo Baquis, cololaboratore Ansa a Tel Aviv, commenta a caldo il voto in Israele - che per la quarta volta riconferma primo ministro Netanyahu - soffermandosi anche sul ruolo che la paura, fomentata sistematicamente dallo stesso premier, ha giocato in queste elezioni.  

"Il successo della Lista araba unita - sottolinea inoltre Baquis - che per la prima volta in decenni è riuscita a polarizzare la minoranza araba israeliana conquistando 14 seggi alla Knesset, fa pensare che questa assumerà il controllo di alcune Commissioni parlamentari importanti e dimostra la volontà araba di assumersi maggiore responsabilità nelle cose pubbliche". 

Quali ricadute sul piano delle relazioni esterne di Israele e sul processo di pace in Medio Oriente? "Israele resterà isolato", conclude Baquis. "Facilmente si prevedono tensioni, crisi e contrasti considerando che Netanyahu è fermamente contrario alla nascita di uno Stato palestinese indipendente accanto ad Israele. Invece sul piano interno la novità da accogliere positivamente è l'inclusione molto probabile nel nuovo esecutivo del leader del partito Kulanu che si batte per l'emancipazione delle masse popolari. Ciò implicherà un'apertura del governo alla riduzione del divario sociale, cosa che riguarda in particolare ebrei sefarditi, arabi israeliani ed ebrei ortodossi".








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