2015-03-18 12:19:00

Francesco: i bambini rendono vivo e limpido il mondo


I bambini sono “un grande dono per l’umanità”, anche se spesso sono vittime di un mondo che li esclude. Lo ha affermato Papa Francesco durante la catechesi dell’udienza generale, in Piazza San Pietro, che ha concluso un primo gruppo di riflessioni dedicate alle figure che compongono la famiglia. La presenza pura e fiduciosa dei bambini, ha detto Francesco, dà speranza alla realtà degli adulti dove convivono malizie e doppiezze. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Sarebbe perduta una società abitata solo da sorrisi di cartone, finti o a comando. Non lo sarà mai una società rischiarata dal sorriso trasparente e spontaneo di un bambino. Papa Francesco arriva alla fine di un percorso di catechesi – in cui ha parlato di mamme, papà, figli, fratelli e nonni – fermandosi sulle figure più piccole della famiglia ma le più grandi per l’umanità, perché per essa, dice, sono il “grande dono” e troppo spesso anche i “grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere”:

“Mi vengono in mente i tanti bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Asia: pieni di vita, di entusiasmo, e, d’altra parte, vedo che nel mondo molti di loro vivono in condizioni non degne… In effetti, da come sono trattati i bambini si può giudicare la società, ma non solo moralmente, anche sociologicamente, se è una società libera o una società schiava di interessi internazionali”.

Siamo tutti figli
Il racconto di questo mercoledì mette intanto l’accento sulla “ricchezza” che ogni bambino porta con sé. Primo, indica Francesco, proprio perché piccoli e bisognosi di attenzioni “ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono”. Secondo, i bambini “ci ricordano che siamo sempre figli”:

“Tutti siamo figli. E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono della vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto, la vita. A volte rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza, e invece siamo radicalmente dipendenti”.

"Dicono quello che vedono"
Un altro dono che un bambino porta al mondo dei grandi è quello dello sguardo “fiducioso e puro” e la totale assenza di “malizia” e “doppiezze”, delle “incrostazioni della vita che – sottolinea il Papa – induriscono il cuore”:

“I bambini non sono diplomatici: dicono quello che sentono, dicono quello che vedono, direttamente. E tante volte mettono in difficoltà i genitori: ‘Questo non mi piace perché brutto’, (dicono) davanti alle altre persone. Ma i bambini dicono quello che vedono, non sono persone doppie. Ancora non hanno imparato quella scienza della doppiezza che noi adulti abbiamo imparato”.

Hanno la capacità di sorridere e di piangere
E poi bambino, prosegue Francesco, è sinonimo di “tenerezza”, di uno sguardo di “poesia” sulla vita, perché un cuore tenero sente le cose, non si limita a trattare gli avvenimenti come “meri oggetti”. Bambino vuol dire avere ancora la capacità, dissolta in tanti adulti, “di sorridere e di piangere”:

“Alcuni, quando li prendo per abbracciarli, sorridono. Altri mi vedono in bianco: credono che io sia il medico e che vengo a fargli il vaccino e piangono… ma spontaneamente! I bambini sono così! Sorridere e piangere: due cose che in noi grandi spesso ‘si bloccano, non siamo più capaci… Tante volte il nostro sorriso diventa un sorriso di cartone, una cosa senza vita, un sorriso che non è vivace, anche un sorriso artificiale, di pagliaccio… I bambini sorridono spontaneamente e piangono spontaneamente”. 

Meglio bambini e "guai", che senza e tristi
Ce n’è d’avanzo per capire come mai Gesù abbia detto che il Regno di Dio appartiene ai bambini, è la considerazione finale di Francesco. Bambino è “vita, allegria, speranza”. Talvolta anche “guai”, ma guai benedetti:

“Certamente portano anche preoccupazioni e a volte tanti problemi; ma è meglio una società con queste preoccupazioni e questi problemi, che una società triste e grigia perché è rimasta senza bambini! E quando vediamo che il livello di nascita di una società arriva appena all’uno percento, possiamo dire che questa società è triste, è grigia perché è rimasta senza bambini”.

Giuseppe, Santo di tutti
Alla fine dell’udienza, Papa Francesco ha ricordato la solennità di domani, quella di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale: “Cari giovani – ha detto – guardate a lui come esempio di vita umile e discreta; cari ammalati, portate la croce con l’atteggiamento del silenzio e dell’orazione del padre putativo di Gesù; e voi, cari sposi novelli, costruite la vostra famiglia sullo stesso amore che legò Giuseppe alla Vergine Maria”.








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