2015-03-18 12:11:00

Convegno Oasis su libertà religiosa: non cedere a logica conflitto


La questione della libertà religiosa sfida tanto l’Occidente quanto il mondo islamico soffocato da nuovi fondamentalismi e autoritarismi. Una sfida globale, quella analizzata a Milano dal Convegno della Fondazione Oasis, che rende ancor più difficile la convivenza di persone con visioni e tradizioni diverse, potenzialmente conflittuali fra loro. Da Milano il servizio di Fabio Brenna:

Vecchi e nuovi mondi alla prova della libertà religiosa, passati in rassegna da Elisabeth Shakman Hurd della Northwestern University dell’Illinois; Emre Oktem della Galatasaray University di Instanbul; Alessandro Ferrari dell’Università dell’Insubria e da mons. Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Un invito che può sembrare paradossale, uscito dal confronto: quello ad allargare lo spazio del dialogo; a puntare sul ruolo “fondamentale” delle fedi; a non cedere alla logica del conflitto, alimentata da una forte propaganda. Mons. Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana:

“Deve esserci un dialogo, proprio perché la situazione è drammatica. Abbiamo bisogno di gente dialogante, in tutte le culture e le tradizioni religiose, sia da parte nostra come cattolici cristiani sia da parte musulmana. Del resto ci sono molti elementi di speranza, perché il mondo musulmano così variegato ha al proprio interno anche forti tendenze da parte di intellettuali a ripensare l’islam in senso dialogico e aperto alla modernità”.

Un impegno quello al confronto rilanciato anche da una terra di frontiera come la Turchia, sentiamo il prof. Oktem:

“Sarà forse un topos ripetere che ‘islam’ significa sottomissione pacifica; viene dalla stessa radice della parola ‘pace’. Dobbiamo essere pacifici. Dovrebbe essere la nostra natura. Forse l’abbiamo persa, forse abbiamo rotto questa tradizione di pace, di costruzione della pace, ma dobbiamo ritrovarla”.  

Il seminario milanese era una tappa di un percorso promosso dalla Fondazione Oasis per favorire la reciproca conoscenza e denominato “Conoscere il meticciato, governare il cambiamento”.








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