2015-03-17 19:15:00

Elezioni in Israele, alta affluenza


L’affluenza alle urne dovrebbe superare alle 22 di stasera il livello del 66,6 per cento dell’ultima consultazione politica, quella del 2013, perché oggi a mezzogiorno era del 26, 5 e alle 16 del 45 per cento. Graziano Motta

A determinare questa maggiore partecipazione al voto hanno certo contribuito gli appelli di alcuni protagonisti , lanciati di prima mattina dai seggi elettorali, e le polemiche che ne son seguite. Appena deposta la sua scheda nell’urna,  il leader del Likud, Benjamin Netanyahu  ha incitato pigri e indecisi a non perder tempo: “Gli arabi, ha detto,  stanno andando in massa a votare, andateci pure voi e portate i vostri amici in modo da colmare la distanza tra  noi e i laburisti”.

Un candidato della “Lista araba  unita”,  coalizione dei quattro partiti della minoranza musulmana ma anche cristiana  e drusa, ha reagito accusando Netanyahu di aver addirittura  “superato la linea rossa dell’incitamento e del razzismo”, ma pure il rivale di Netanyahu, il leader laburista Isaac Herzog  che gli ultimi sondaggi hanno dato in vantaggio, ha interpretato l’appello come una manifestazione di panico. Il suo appello è stata un’esortazione a scegliere “tra il cambiamento e la speranza”, promessi dalla coalizione di centro-sinistra che guida, e “la demoralizzazione e la delusione” che provocherebbe la vittoria dei conservatori. Anche il leader della destra nazionalista, il russofono Avigdor Lieberman, ha spronato gli elettori a “votare persino per partiti di estrema sinistra purché sionisti. Dobbiamo preservare l’identità ebraica di Israele” ha aggiunto, sempre polemico verso gli arabo-israeliani che invece sottolineano il “ loro momento storico di svolta nella partecipazione alla vita pubblica” con una lista unica.

 








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