2015-03-10 13:29:00

Migrazioni: Chiesa è coscienza critica di fronte alle autorità


"In un momento di grandi migrazioni che suscitano rifiuto e sospetto, la Chiesa vuole rispondere con la forza della carità, per creare la cultura dell'incontro": così mons. Rafael Zornoza Boy, vescovo di Cadice e Ceuta, si è espresso all'apertura dell'incontro di Pastorale delle migrazioni nelle città europee, che ha per tema: “Frontiere e Migranti. Accompagnare le persone, da un lato e dall’altro delle frontiere”.

Superare le barriere fisiche ed i focolai di rifiuto e razzismo
L’incontro è promosso dalla Commissione per le migrazioni della diocesi di Cadice con il supporto della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale spagnola. Si è aperto ieri e si concluderà domani, 11 marzo, con un centinaio di partecipanti. L'iniziativa, cominciata due anni fa, si propone di affrontare non solo il superamento delle barriere fisiche, ma anche le "altre frontiere" che i migranti si trovano dinanzi quando sono fuori dal loro Paese d'origine: gli stereotipi riguardo alcune culture, i focolai di rifiuto e di razzismo che stiamo vedendo in diverse parti d'Europa, o le discriminazioni sul lavoro che distinguono i lavoratori stranieri dagli autoctoni

Mondo politico deve agire nel rispetto dei diritti umani
Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides, mons. Zornoza Boy ha voluto sottolineare il ruolo della Chiesa come "coscienza critica e voce, in modo che i responsabili del mondo politico possano agire con giustizia ed equità, nel rispetto dei diritti delle persone e dei trattati internazionali". Il vescovo ha quindi fatto specifico riferimento alla situazione allo Stretto di Gibilterra, dove, ha affermato, "stiamo assistendo al dramma più tragico di coloro che vogliono attraversare lo Stretto in barconi, gommoni o in modi pericolosi e illegali, con le conseguenze delle morti violente, dei naufragi e dei disastri che si verificano".

Situazione tesa nel sud della Spagna
La situazione sta diventando molto tesa per i continui tentativi di ingresso da parte di gruppi di africani. Nel 2014 sono entrate 11.146 persone (dalla "frontiera sud"). Oltre 20.000 persone, sempre nel 2014, hanno tentato di superare la rete di Ceuta e Melilla, ma solo 2.300 ci sono riuscite. (C.E.)








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