2015-03-10 14:24:00

Filippine: no dei vescovi a legge anti-discriminazione


Desta crescenti preoccupazioni nell’episcopato filippino una proposta di legge presentata al Congresso di Manila contro le discriminazioni. Il timore è che la misura possa limitare la libertà della Chiesa sancita dalla Costituzione su questioni come i matrimoni omosessuali e in materie di sua esclusiva competenza, come la selezione dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa. In questo senso si è espresso il presidente della Conferenza episcopale (Cbcp), mons. Socrates Villegas.

La Chiesa ha diritto di stabilire propri criteri morali
“La Chiesa difende il suo diritto esclusivo di stabilire i propri criteri di selezione e compreso quindi quello di escludere candidati al sacerdozio e alla vita consacrata anche sulla base dei loro orientamenti sessuali e l’identità di genere se ritiene che questi possano essere un ostacolo alla fedeltà loro richiesta dalla Chiesa”, ha dichiarato l’arcivescovo di Lingayen-Dagupan citato dall’agenzia Cbcpnews.

Il rischio di una colonizzazione ideologica
Alla luce delle parole di Papa Francesco durante il suo recente viaggio apostolico nelle Filippine sulla “colonizzazione ideologica” messa in atto con il tentativo di imporre la cultura del gender - ha detto mons. Villegas - la Cbcp si sta chiedendo se il provvedimento proposto non sia il frutto dell’importazione nel Paese di valori e modelli comportamentali in voga in Occidente. E’ il caso dei matrimoni omosessuali che si vogliono equiparare a quelli tra un uomo e una donna, cosa improponibile per la Chiesa: “Finché si tratta di vietare che le persone con orientamenti omosessuali e problemi di identità sessuale vengano relegate a cittadini di serie B, la Conferenza episcopale non può che dare sostegno a un simile provvedimento”, ha puntualizzato il presule.

L’orientamento sessuale non è una scelta
Diverso invece è il discorso se si tratta di riconoscere che gli orientamenti sessuali sono la “libera scelta” di una persona, ha aggiunto il presule, ricordando la distinzione fondamentale affermata dalla dottrina cattolica tra persone con orientamenti omosessuali, che vanno rispettate - come ribadito da Papa Francesco -, e comportamenti omosessuali, da essa considerate un peccato. (A cuira di Lisa Zengarini)








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