È una nota molto chiara quella con cui la Conferenza episcopale del Ghana (Gcbc) risponde alla minaccia di provvedimenti contro le scuole cattoliche, lanciata dallo Stato. Il presidente John Mahama, infatti, ha puntato il dito contro i dirigenti degli istituti di formazione cattolici, ritenendoli responsabili di imporre il cattolicesimo a studenti di altri religioni e minacciandoli, per questo, di sanzioni.
Non lasciarsi intimidire dalle minacce
Si tratta di accuse che la Chiesa locale respinge
decisamente, ritenendole oltremodo “ingiustificate”, e incoraggiando tutti i fedeli
a “non lasciarsi abbattere da alcuna forma di intimidazione o minaccia di provvedimenti”.
Allo stesso tempo, la Gcbc, guidata dall’arcivescovo Joseph Osei-Bonsu, esorta tutti
i dirigenti scolastici cattolici “a rimanere fermi nelle loro posizioni, senza farsi
intimidire, bensì continuando a gestire le loro scuole secondo i modi e le pratiche
conformi alla loro identità ed alla missione cattolica”.
Aprirsi al dialogo, in cerca di una soluzione amichevole
Quindi, i vescovi di Accra manifestano la volontà
di aprirsi al dialogo ed alla costruzione del consenso per risolvere la questione
in modo “amichevole”. Insieme al Consiglio cristiano del Ghana, inoltre, i presuli
si appellano al Consiglio nazionale per la pace, sicuri che esso abbia “la capacità
di affrontare questo problema grazie ad un’ampia consultazione di tutte le parti interessate,
specialmente i rappresentanti religiosi che gestiscono una scuola”.
Il dialogo, chiave del confronto con gli altri
“Fino a quando tutto ciò non sarà stato fatto”, chiariscono
perciò i vescovi, “ci auguriamo che il governo e chiunque altro si astengano dal rilasciare
dichiarazioni o pronunciare discorsi che potrebbero non aiutare la ricerca di una
soluzione pacifica su questo tema”. “Il dialogo – conclude la nota episcopale – è
la chiave per ragionare con gli altri, poiché tramite il dialogo si ottengono la pace
e la giustizia”. (I.P.)
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