2015-03-07 14:23:00

Usa, vescovi: Siria terra di disperati, il mondo si muova


La crisi in Siria è giunta a un “punto di non ritorno”: lo scrive il Servizio per i Migranti ed i rifugiati della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), dopo una visita compiuta in Medio Oriente alla fine del 2014 e sulla quale ieri ha pubblicato un rapporto. Intitolato “Rifugio e speranza al tempo dell’Isis: l’urgente bisogno di protezione, aiuto umanitario e soluzioni durature in Turchia, Bulgaria e Grecia”, il documento guarda al dramma dei rifugiati siriani in questi tre Paesi europei.

Il mondo si muova
Nel rapporto, i presuli sottolineano che ormai i rifugiati della crisi siriana sono quasi quattro milioni, rendendo difficile, per i Paesi della regione, gestirne il flusso. “Senza un maggiore aiuto internazionale – si legge nel testo – troveremo siriani, in fuga dagli estremisti, costretti a tornare indietro, verso il pericolo”. Di qui, l’appello alla “comunità internazionale affinché, guidata da Europa e Stati Uniti, incrementi i suoi aiuti per prevenire una crisi umanitaria”.

Le popolazioni sono sempre più disperate
Il rapporto mette, inoltre, in luce le difficoltà che i siriani devono affrontare nei loro viaggi verso l’Europa, che molti intraprendono, pericolosamente, anche via mare. Allo stesso tempo, i Paesi confinanti con Siria e Iraq stanno mostrando segni di tensione e attuando nuove politiche, più restrittive, in relazione ai confini nazionali. “È apparso chiaramente, dal nostro viaggio – continua il rapporto – che lo spazio di protezione per i siriani, nella regione, si sta restringendo, mentre le persone sono sempre più disperate”.

A rischio i bambini e le minoranze religiose
Quindi, il documento della Chiesa statunitense sottolinea “l’impatto che la crisi in Siria sta avendo sui bambini, il cui numero è di circa 2 milioni, quasi la metà del totale dei rifugiati siriani”. Tra loro, spiega il rapporto, “ci sono minori non accompagnati che hanno particolare bisogno di protezione”. “Stiamo assistendo all’esodo della nuova generazione siriana – ribadisce il documento episcopale – con poche speranze per il futuro”. La delegazione ha, inoltre, espresso “grave preoccupazione per il dramma delle minoranze religiose, tra cui quella cristiana, che diventano un obiettivo degli estremisti”.

Implementare politiche per soluzioni durature
“Senza una risposta plateale a questa crisi umanitaria senza precedenti – conclude il rapporto – continueremo a vedere sofferenza e morte tra i siriani, soprattutto tra i più vulnerabili”. Infine, il documento riporta una serie di raccomandazioni per risolvere la crisi: in particolare, alla comunità internazionale viene suggerito di “implementare politiche in grado di massimizzare la capacità di ogni nazione di fornire soluzioni durature attraverso l’integrazione o il reinsediamento mirato”, “implementare lo status di richiedente asilo nell’Ue, senza legarlo ad un determinato Paese europeo”, avviare un monitoraggio sui rifugiati per offrire loro “assistenza tecnica e ricongiungimenti familiari”; aumentare la quota di rifugiati, non solo siriani, ma anche afghani, iracheni ed africani, accettati nei vari Paesi, in particolare in Turchia. (I.P.)








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