2015-03-07 15:43:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella terza domenica di Quaresima la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù caccia i mercanti dal tempio, gettando a terra il denaro dei cambiamonete e rovesciandone i banchi. Ai venditori di colombe dice:

«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

Con questa terza domenica entriamo nel vivo del tempo di Quaresima. Nell’antichità, queste tre domeniche (illuminate dal Vangelo della Samaritana, del cieco nato e della risurrezione di Lazzaro), accompagnavano i catecumeni nelle loro ultime tappe di scrutinio e di preparazione alla Veglia Pasquale, per ricevere il sigillo battesimale che li costituiva figli di Dio. L’anno B ci guida con tre diversi passi del Vangelo, ma non dovremmo perdere questa dinamica pasquale. Il brano del Vangelo di oggi racconta il viaggio che Gesù, come ogni pio israelita, compiva tre volte all’anno a Gerusalemme (per la Pasqua, a Pentecoste e alla festa delle Capanne). Nel tempio – come in ogni luogo religioso – si svolge il ritmo di sempre con i sacrifici da compiere, gli animali da comprare, i soldi da spendere... Gesù ha iniziato la sua attività messianica, è pieno di zelo per il Signore e per la sua casa: denuncia e scaccia tutto questo mercimonio religioso, perché non si faccia della casa del Padre suo un mercato. È una parola estremamente forte anche per noi: se vogliamo incamminarci verso la Pasqua, se vogliamo che la Pasqua sia una nuova consacrazione della nostra vita al Signore, anche noi dobbiamo accogliere la denuncia che il Signore ci fa oggi: la mia casa non può essere un mercato, un miscuglio di religione e di apostasia, di cielo e di terra, di cose di Dio e di soldi, per edificare noi stessi: “Non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24). Dio non si coniuga mai con la violenza, ma neppure con il denaro. Viene la Pasqua, viene il Signore ad abitare nel suo vero tempio: il nostro cuore.








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