2015-02-27 13:32:00

Spagna. Messaggio dei vescovi per la Giornata per la vita


“C’è molta vita in ogni vita”: si intitola così il messaggio diffuso dai vescovi spagnoli in vista della Giornata per la vita, che nel Paese ricorre il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore. Il documento, a firma di mons. Mario Iceta Gavicagogeascoa, presidente della Sottocommissione episcopale per la vita e la famiglia, mira a ribadire l’importanza di tutelare i deboli ed i disabili, che invece la società attuale tende ad emarginare.

Ogni vita umana è valida in quanto immagine di Dio
“Dobbiamo riconoscere il dono prezioso della vita, indipendentemente da qualsiasi circostanza e condizione – si legge nel messaggio – Ogni vita umana è valida in quanto immagine di Dio”, perché “per Dio, ogni essere umano ha un valore eccezionale, unico e irripetibile”. I presuli iberici sottolineano, inoltre, che l’uomo “non è un’isola, non è una realtà chiusa in se stessa, bensì un essere relazionale”, che “raggiunge la sua pienezza nella comunicazione e nel dialogo interpersonale, che genera comunione”. In contrasto con “l’individualismo della nostra società”, la Chiesa di Madrid ribadisce, quindi, che “non si può raggiungere una vita piena se non con l’aiuto degli altri e con l’accettazione del dono degli altri che colma le nostre mancanze”.

Non si costruisce la società rifiutando i più deboli
Quanto alle “persone che vengono al mondo con particolari necessità, vulnerabilità e disabilità”, la Conferenza episcopale spagnola (Cee) ricorda che “oggi, purtroppo, c’è chi pensa che queste vite non valgano la pena o non meritino di essere vissute”. Ma “questo modo di pensare – notano i vescovi iberici – dimostra l’incapacità di apprezzare il valore e la dignità di ogni esistenza umana e porta al disprezzo, anche se velato e sottile, della persona disabile e malata”. “Ma quale società si costruisce con il rifiuto dei più indifesi e bisognosi?", è la domanda retorica dei presuli spagnoli. "Come si può qualificare un mondo che nega l’accoglienza e la protezione dei più deboli?”.

I disabili, campioni della vita
Al contrario, i portatori di handicap sono “campioni della vita per il loro coraggio, rappresentano un esempio per tutti e offrono una testimonianza vera della grandezza dell’esistenza. Sono persone grandi, capaci di dare tutto, di arricchire gli altri e di accogliere tutti”. Non solo: anche le famiglie che hanno un disabile tra i propri componenti “imparano a guardare alla vita da un’altra prospettiva”. Spesso, infatti, famiglie così composte rivelano che questi “figli così detti ‘speciali’ sono fonte di felicità, di amore e di speranza ed aiutano a crescere in umanità”.

Chiesa, Stato e società unite per tutelare la vita sin dal concepimento
Quindi, la Cee ribadisce che è compito di tutti difendere la vita, dal concepimento e fino alla morte naturale, “in una sinfonia di carità con la quale si può costruire un mondo veramente umano”. “L’impegno nel servizio alla vita è un obbligo per tutti”. Pertanto, “la responsabilità propriamente ecclesiale” non esclude “la partecipazione sociale e politica, nell’ottica della promozione del bene comune”. Per questo, la Chiesa di Madrid afferma che le istituzioni, le famiglie, le associazioni civili devono “lavorare con coraggio, costanza e creatività per difendere e promuovere la vita in ogni sua fase, riformando e derogando le legislazioni ingiuste e promuovendo iniziative a tutela dell’esistenza, come fondamento di una società veramente umana”. (I.P.)








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