2015-02-23 18:56:00

Quadrio Curzio: mantenere le caratteristiche territoriali delle popolari


Si continua a discutere della riforma delle banche popolari. Il governo intende dare un impulso al decreto. Alessandro Guarasci ha  sentito l’economista Alberto Quadrio Curzio che per Assopopolari, l’associazione di settore, ha messo a punto un progetto di autoriforma

 

R. – Le Banche Popolari hanno rappresentato e rappresentano una componente essenziale di una democrazia economica partecipativa che ha dato contributi importanti allo sviluppo economico non solo in Italia. Dal punto di vista fattuale bisogna prendere atto del disposto normativo perché da questo bisogna ripensare con riferimento alle banche popolari coinvolte nella riforma quali linee scegliere per mantenere la caratteristica territoriale delle banche quand’anche la forma giuridica cambi. Quindi, il vero punto è questo: come mantenere la caratteristica territoriale delle banche popolari cambiando la natura giuridica delle stesse?

D.  – Appunto, lei quale indicazione si sente di dare?

R. – Io mi sento di dire che bisogna favorire il cosiddetto voto multiplo degli azionisti pazienti, cioè quelli che hanno tenuto le azioni per un periodo più o meno lungo di tempo ma certamente più lungo di un anno. Io penso che una data significativa potrebbe essere almeno due anni: gli azionisti pazienti che detengono le azioni da almeno due anni possono fruire del voto multiplo che è previsto dalla normativa italiana e cioè per ogni azione, due voti. La seconda misura è quella di plafonare il possesso massimo azionario con una percentuale che comunque mantenga una distribuzione adeguata dell’azionariato. Tra l’altro, questa previsione di possesso azionario limitato è già presente in alcune banche italiane. Si tratta di vedere quale possa essere la percentuale significativa per mantenere questa natura di territorialità delle banche. E, infine, pensare a modelli di collaborazione, di aggregazione, per quanto riguarda i servizi unificati in modo da ridurre i costi di produzione che stanno aumentando anche per i vincoli normativi che sono sempre più penetranti.

D. – Con questa riforma è possibile evitare, secondo lei, scalate estere nei confronti delle Popolari italiane?

R.  – La mia impressione è che le banche italiane siano banche che possono e  debbono mantenere una forte cooperazione tra di loro nell’interesse dell’economia reale e nell’interesse dei risparmiatori. Se questa cooperazione tra banche non avrà luogo in misura modernizzata, non con chiusure campanilistiche, allora, è molto probabile che alcune banche vengano assorbite da banche più grandi: siano esse banche estere, siano esse banche italiane, ma in ogni caso verrebbe meno quella territorialità a cui facevo riferimento prima.








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