“Ero malato e mi avete visitato”: parte da un versetto del Vangelo di Matteo. La Lettera pastorale per la Quaresima di mons. Robert Ndlovu, arcivescovo di Harare in Zimbabwe, sottolinea che i quaranta giorni che precedono la Pasqua rappresentano “un periodo di conversione, in cui ci si allontana dal peccato e ci si volge verso Dio” ed è per questo che bisogna pensare “soprattutto ai poveri ed agli abbandonati, a chi è privo dei mezzi basilari di sussistenza e a chi vive come un emarginato nella società e, a volte, anche nella Chiesa”.
La Chiesa non è seconda a nessuno nell’aiutare chi soffre
Di qui, l’invito di mons. Ndlovu a non trascurare
gli ammalati: “Conosciamo bene la loro situazione – spiega – e la loro sofferenza
è avvertita da tutti. Dobbiamo, perciò, pensare a una risposta da dare loro attraverso
le diverse istituzioni e iniziative sanitarie dell’arcidiocesi”. Infatti, prosegue
la lettera pastorale, “la cura della salute è sempre stata un aspetto importante della
pastorale e della missione della Chiesa”, che “eccelle per quanto riguarda educazione,
formazione, e supporto” a tutte le persone coinvolte in questo ambito. Non solo: l’arcivescovo
di Harare ricorda che “la Chiesa non è seconda a nessuno” nell’impegno contro le pandemie
e nella lotta all’Aids, portata avanti attraverso “l’assistenza ai malati, il sostegno
ai bambini rimasti orfani, la sensibilizzazione sul problema e il contributo alla
ricerca”.
Aprire il cuore ai bisogni dei malati
“I nostri ospedali – sottolinea il presule – sono
un faro che brilla e il nostro personale sanitario rappresenta il volto umano della
compassione di Dio così richiesta dagli ammalati”. In Quaresima, dunque, continua
il vescovo dello Zimbabwe, è necessario “aprire il cuore ai bisogni dei malati. Il
digiuno aiuta a renderci più sensibili, la preghiera contribuisce a porre i sofferenti
davanti alla misericordia di Dio, mentre l’elemosina sarà un contributo concreto e
tangibile per i bisognosi”.
Collette di Quaresima devolute a strutture sanitarie della Chiesa
Citando, inoltre, il messaggio quaresimale di Papa
Francesco, mons. Ndlovu esorta a “non restare indifferenti davanti alla sofferenza
dei malati”, contrastando “la globalizzazione dell’indifferenza”. Per questo, il ricavato
delle collette di Quaresima sarà devoluto alle strutture sanitarie gestite dalla Chiesa
e impiegato per l’acquisto di medicinali, macchinari e per l’avvio di interventi di
manutenzione. “Pregare per i malati è di vitale importanza”, conclude l’arcivescovo
di Harare, perché la preghiera, “identifica con Gesù” e con il suo aiuto ai sofferenti.
(I.P.)
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