2015-02-21 13:46:00

Giornata della lingua madre per salvare ricchezza dei popoli


E’ dedicata all’educazione inclusiva quest’anno la Giornata internazionale della lingua madre (21 febbraio), istituita dall’Onu per promuovere la diversità linguistica e culturale nel mondo. Tra gli obbiettivi la tutela delle lingue in via di estinzione: ogni anno ne scompaiono 24. Il servizio è di Paolo Ondarza:

“Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore”. Nelson Mandela si esprimeva così a significare come la lingua di un popolo sia un elemento identitario e fondante, imprescindibile. Per questo dal 2000 l’Onu celebra la Giornata mondiale della lingua madre ogni 21 febbraio. Proprio in questa data, nel 1952 cinque studenti di Dacca furono uccisi durante una manifestazione per il riconoscimento del Bangla come lingua ufficiale dell'allora Pakistan orientale, oggi Bangladesh. Tante le culture che nella storia hanno lottato per salvaguardare la propria lingua eppure ancora oggi ogni quindici giorni ne muore una, portando via con sé tradizione, radici culturali e storia. Spesso le lingue madri delle popolazioni autoctone sono ignorate dal sistema educativo: questo ostacola l’uguaglianza, l’integrazione sociale. L’Unesco auspica un’educazione inclusiva, che valorizzi le differenze a partire dalla lingua. La compresenza di idiomi diversi tipica delle società multiculturali è inoltre fonte di arricchimento lessicale. Lo conferma Daniela Finocchi, responsabile del concorso letterario nazionale “Lingua Madre”:  

R. – Certo che se uno sostituisce parole proprie con altre straniere probabilmente snatura la propria lingua. Ma se, invece, avviene un processo di commistione, di arricchimento, allora questo è un arricchimento, non è una perdita. Le parole si possono anche inventare, farne nascere di nuove, si può arricchire una lingua senza per questo cancellarla. Nell’incontro tra culture si arricchisce tanto il linguaggio d’adozione quanto quello di origine. Guergana Radeva, è un’autrice bulgara, ha intitolato il suo racconto “Sconfini”, che è una parola che non esiste nel vocabolario italiano, ma che è bellissima, perché esprime il concetto di sconfinare, di andare al di là dei confini. Questo lo trovo solo un arricchimento. Diverso è se, invece, incominciamo a parlare in inglese per identificare oggetti che potremmo identificare benissimo con la nostra lingua.








All the contents on this site are copyrighted ©.