2015-02-16 12:39:00

Decreto azzardo: meno slot dal 2017, più tasse su vincite


Un piccolo passo, ma restano dubbi e perplessità. Così Matteo Iori, presidente di Conagga, Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'Azzardo, commenta la stretta sull’azzardo contenuta nella bozza del decreto attuativo della delega fiscale. Previsti un divieto di pubblicità in tv dalle 16 alle 19, una tassa più alta sulle vincite, un fondo da 250mln per i danni da gioco patologico e la riduzione di un terzo delle slot machine che non dovranno essere visibili dall’esterno di bar e tabaccherie. “Tali vincoli non riguardano le gaming hall, le grandi sale da gioco”, spiega con preoccupazione Matteo Iori, al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Una riduzione importante, sensibile, che in realtà nasconde però anche una preoccupazione, per me, nel senso che il non mettere le slot in spazi aperti, visibili a tutti coloro che – per esempio – si avvicinano ai bar, in qualche modo è positivo perché porterà meno persone a giocare; però, credo che sarà necessario uno sforzo ulteriore per avvicinare chi gioca, perché ci sono studi che dimostrano che se una persona gioca in un luogo riservato ai soli giocatori, corre maggiori rischi; mentre se una persona gioca in un luogo nel quale altre persone si avvicinano – chi per bere un caffè, chi per mangiare un panino – in qualche modo ha una fascia di protezione maggiore …

D. – Previsto anche un giro di vite sugli spot pubblicitari in tv: sarà vietato trasmettere qualsiasi messaggio promozionale sul gioco d’azzardo nella cosiddetta fascia protetta, dalle 16 alle 19 …

R. – E’ sicuramente un provvedimento importante, questo; purtroppo, però, da quanto si evince nella bozza, questo provvedimento esclude gli eventi e i canali sportivi, e quindi visto che sono proprio gli eventi sportivi che avvicinano grandi masse di spettatori molto giovani al gioco, credo che ci sia ancora margine per migliorare la bozza …

D. – Voi da tempo chiedete anche che siano rese esplicite le probabilità di vincita all’interno delle pubblicità e degli spot. Questa raccomandazione è presa in considerazione dal decreto o no?

R. – Da quanto ho letto io, non ci sono parti specifiche su questo. A oggi, le informazioni esplicite sulle possibilità di vincita vengono rimandate molto spesso, se non sempre, ai siti istituzionali dei gestori del gioco, di chi li organizza o dei monopoli di Stato, e ovviamente i giocatori non le vanno a vedere. Quindi, anche su questo ci sarà da fare di più, secondo me.

D. – E’ previsto un fondo di 250 milioni per le patologie da gioco …

R. – Sì. Questo è un segnale molto importante: ad oggi, al di là di quello che sarà questo decreto, l’attuale governo ha previsto, all’interno della Legge di stabilità, 50 milioni di euro per il gioco d’azzardo patologico: la prevenzione, la cura e la riabilitazione. E’ la prima volta che un governo italiano decide finalmente di finanziare questo e tale provvedimento dovrebbe permettere l’inserimento del gioco d’azzardo all’interno dei “Lea”, i livelli essenziali di assistenza, quelli che danno diritto ad ogni persona che ha un problema di dipendenza di avere una cura gratuita offerta e garantita dallo Stato italiano. Quindi, questo è un segnale sicuramente molto importante, che aspettavamo da tanti anni.

D. – C’è un articolo che desta qualche perplessità, ovvero quello che sembrerebbe sottrarre potere al questore circa il regolare esercizio delle sale da gioco …

R. – Diciamo che da quanto si legge, si dice che sarà il governo centrale, lo Stato a dover legiferare sul gioco stesso. Questo, quindi, toglie potere al questore, toglie potere ai sindaci, toglie potere alle Regioni … Penso che sicuramente questo sia un punto di debolezza, ma mi rendo conto che sia anche giusto che sia lo Stato stesso a legiferare su tutto il proprio territorio su questo tema, per evitare che ci siano situazioni molto differenti tra una regione e l’altra. Vorrei però che lo Stato legiferasse in modo da tutelare al massimo le persone che hanno problemi di gioco.

D. – La vostra attività di attenzione al fenomeno come proseguirà, a questo punto?

R. – Noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto da sempre, cercando di aiutare le persone che hanno un problema di dipendenza, cercando di fare informazione e diffondere pubblicamente le criticità e le cose che la politica a volte ha permesso senza alcuna considerazione delle persone più fragili.








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