2015-02-13 15:52:00

Mons. Tomasi: "Triton" insufficiente, migranti vanno salvati


Morti “intollerabili” quelle che avvengono nel Mar Mediterraneo: lo dice mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio Onu di Ginevra, interpellato dopo le ultime tragedie dell’immigrazione nel Canale di Sicilia. L’Europa deve investire di più per salvare le vite umane, sostiene, ma anche mettere in campo maggiore creatività nel pensare a come affrontare un fenomeno, quello migratorio, destinato a continuare. E ancora, i leader europei devono sentire la responsabilità anche di ciò che avviene alle periferie del mondo. Le parole di Mons. Tomasi nell’intervista di Adriana Masotti:

R. – Le tragedie in mare si ripetono a ritmo regolare. Vediamo che c’è un problema di fondo, che nasce non solo dall’ingiustizia e dalle violenze che portano queste persone a emigrare, ma anche dall’incapacità da parte della comunità internazionale di prendere in mano queste situazioni con coraggio, cercando delle soluzioni che siano rispettose della dignità delle persone e della vita umana. Bisogna impegnarsi in una azione necessaria: tra il valore della vita e il risparmio per programmi ridotti di monitoraggio o di assistenza in mare, dobbiamo dare priorità assoluta al salvataggio di vite umane. Poi, verrà la questione di salvaguardare i confini dei propri Paesi. A me sembra sia molto insufficiente la campagna “Triton”, che l’Unione Europea ha voluto sostituire al programma “Mare Nostrum”, che l’Italia aveva portato avanti con grande efficacia e nella direzione del diritto e dell’etica con cui dovremmo analizzare questi problemi. Bisognerebbe mettere in moto, ad esempio, dei corridoi umanitari, così che non ci sia il rischio di cadere nelle mani dei trafficanti, che poi portano alle tragedie che conosciamo. Non solo, ma anche usare, negli interessi dell’Europa stessa, la presenza di queste persone che arrivano dando loro la possibilità di un’educazione, di una formazione professionale in modo che poi non si accumulino tutti in Italia o in Grecia, ma possano andare in quei Paesi dove c’è ricerca di manodopera. Certo non sono soluzioni semplici: richiedono investimenti economici, richiedono fantasia politica. Ma davanti al ripetersi di queste tragedie in mare non si può rimanere indifferenti.  

D. – Quindi, mons. Tomasi, lei dice: sì bisogna mettere in campo più risorse per l’emergenza, per il soccorso, ma poi bisogna anche pensare più globalmente a questo fenomeno migratorio che è destinato a continuare…

R. – I flussi migratori dall’Africa e dal Medio Oriente continueranno. Quindi, bisogna programmare non per l’emergenza ma per il lungo periodo, e attraverso delle misure che siano efficaci e legali. La responsabilità della comunità internazionale è di mostrare una solidarietà efficace, che possa garantire la prevenzione di questi viaggi che portano sempre più a perdere vite umane in maniera veramente intollerabile.

D. – Ecco, questa è una parola importante: prevenzione. Perché molti dicono che non è possibile permettere che tutti arrivino in Europa…

R. – Certo. Risolvere il problema alla radice vuol dire anche dialogare con i Paesi di origine. Però, se pensiamo alla situazione politica per esempio della Libia, che è una situazione di disordine estremo, diventa per loro una tentazione molto normale rischiare addirittura la vita pur di uscire da queste situazioni di difficoltà. La comunità internazionale, attraverso l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, attraverso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, cerca di dare delle risposte concrete, cercando di essere presente nei punti di partenza per fare in modo che si eviti lo sfruttamento di queste persone da parte dei trafficanti. Però, siamo ancora in un momento di risorse limitate, ma soprattutto, forse, manca quella volontà politica che sente come una responsabilità non solo i benefici immediati di preservazione del benessere che abbiamo, ma anche una solidarietà che si estenda alle periferie di questa umanità disperata, che cerca una via nuova per ricominciare da capo.








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