2015-02-10 18:58:00

Obama conferma la morte della cooperante Mueller


La Casa Bianca conferma l’uccisione in Siria, da parte dello Stato islamico, della cooperante americana Kayla Mueller, e Barack Obama promette il pugno duro contro i responsabili. Intanto il braccio egiziano dell’Is ha decapitato 10 uomini accusati di essere spie del Mossad. Sul piede di guerra dopo la Giordania, anche gli Emirati Arabi. Cecilia Seppia

 

Dopo gli appelli disperati di Marsha, madre di Kayla Mueller per conoscere le sorti di sua figlia data per morta il 6 febbraio durante un bombardamento, la prova è arrivata oggi con alcune foto inviate dai terroristi dello Stato islamico alla famiglia della giovane. Kayla 27 anni, cooperante americana, sequestrata in Siria nell’agosto del 2013, è l’ennesima vittima della furia jihadista. A confermare la sua morte, con “profonda tristezza” è stato il presidente Barack Obama che da Washington ha tuonato: “non importa quanto tempo occorrerà ma troveremo i responsabili per assicurarli alla giustizia”. 

Intanto la guerra dell’Is travalica i confini dell’Egitto dove oggi 10 uomini, accusati di essere spie del Mossad, sono stati decapitati e i loro corpi gettati sul ciglio di una strada, nel nord del Sinai. La Giordania dal canto suo resta determinata a mandare truppe di terra sulla frontiera siriana, mentre in Iraq l’offensiva dell’esercito dei curdi sta lentamente avanzando verso Mosul, e nella provincia di Diyala uno dei leader dello Stato Islamico, Abu Athan è stato ucciso da un raid. Il vice-premier iracheno al-Mutlaq ha però chiesto armi più sofisticate per combattere gli estremisti. Anche i caccia di Abu Dhabi si sono alzati in volo per bombardare postazioni jihadiste: l’ultimo raid degli Emirati risaliva allo scorso 24 dicembre.

 








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