Si chiamano Milad Emad e Malak Khalaf i due cristiani copti liberati domenica dopo essere stati per più di 9 giorni nelle mani di una banda di sequestratori che li avevano rapiti nell'area di Minya. Secondo quanto riportato da fonti locali consultate dall’agenzia Fides, i due giovani (il primo di 25 anni, il secondo di 20) sono stati rilasciati dopo che per la loro liberazione è stato pagato un riscatto di 110mila lire egiziane, pari a circa 13mila euro.
Silenzio sui 21 copti rapiti in Libia
La notizia del rilascio è stata accolta con gioia dalle famiglie dei due rapiti, mentre
nella stessa area di Minya cresce l'apprensione per la sorte dei 21 copti originari
di quella regione che dall'inizio dell'anno sono stati sequestrati in Libia, nell'area
della città di Sirte. In più occasioni, le indiscrezioni circolate sulla loro liberazione
si sono rivelate infondate, e finora anche la mobilitazione di clan tribali egiziani,
attivatisi per ottenere il loro rilascio, non hanno ottenuto risultato.
Sequestro dei copti un vero business criminale
Nell'Alto Egitto, il rapimento sistematico di persone appartenenti alla comunità cristiana
copta ha assunto da tempo le dimensioni di un vero e proprio business criminale. Secondo
dati forniti di recente dal copto Mina Thabet, militante dell'Unione giovanile Maspero
e fondatore del Partito d'iniziativa popolare, nel solo Governatorato di Minya la
somma complessiva di denaro versata per pagare il riscatto di cristiani rapiti a partire
dal gennaio 2011 – quando in Egitto iniziò la cosiddetta “primavera araba” che avrebbe
portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak – ha superato da tempo la cifra di
120 milioni di lire egiziane. Pari a più di 16 milioni di euro. (G.V.)
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