“I giovani e la Radio”: questo il tema della Giornata mondiale della Radio (World Radio Day) 2015, che ricorre il 13 febbraio. Promossa dall’Unesco, l’iniziativa è giunta alla quarta edizione, sempre con l’obiettivo di “ricordare il ruolo unico della radio nel raggiungere le persone in ogni angolo del mondo”. “Grazie a notizie, dibattiti pubblici, musica ed intrattenimento – si legge in una nota di Signis, l’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione – la radio continua ad informare, attrarre ed ispirare le persone in un modo unico, rispetto agli altri mass-media”.
La radio, ponte di comunicazione in tutto il
mondo
Non solo: Signis sottolinea che “la radio raggiunge
molte più persone e molti più luoghi rispetto ad ogni altro mezzo di informazione,
perché essa crea ponti di comunicazione tra comunità lontane, portando lo sviluppo
nelle regioni remote e tra le popolazioni più vulnerabili, che talvolta non hanno
altri contatti con il resto del mondo. In questo senso, forse, nessun altro mezzo
ha la capacità di raggiungere, in tempo reale, popoli e culture diverse”.
Duttilità di fronte alle nuove tecnologie
La radio, inoltre, ricorda Signis, è “il mass-media
che si adatta meglio di ogni altro alle nuove frontiere digitali”. Tecnologie come
Internet o l’uso di supporti mobili (smartphone o Android, con le relative app) “hanno
superato la dinamica tradizionale con cui operano i media, mentre i giovani sono in
prima linea nel seguire le nuove tendenze”. La giornata del 13 febbraio, dunque, conclude
Signis, deve essere un modo “per celebrare l’importanza della radio nelle nostre vite
oggi, ma anche per assicurare la sopravvivenza del suo enorme potenziale nel futuro”.
Incrementare l’inclusione sociale dei giovani
Dal suo canto, la direttrice generale dell’Unesco,
Irina Bukova, in un messaggio per la ricorrenza, esorta ad incrementare l’inclusione
sociale dei giovani al di sotto dei trent’anni, i quali rappresentano più della metà
della popolazione mondiale, ricordando che la radio ha la possibilità di contribuire
al raggiungimento di tale obiettivo. “I giovani sono poco rappresentati nei media
– scrive la Bukova – e questa esclusione è, troppo spesso, un riflesso della loro
esclusione sociale, economica e democratica”.
La radio, vettore di coesione e di lotta alla
discriminazione
Ed è in quest’ambito che la radio rappresenta “un
mezzo per il cambiamento”, poiché “è un vettore di coesione, istruzione e cultura,
una piattaforma di condivisione in cui i giovani devono trovare il loro posto per
potersi esprimere”. Il messaggio ricorda, poi, i tanti giovani che hanno perso la
vita in nome dell’informazione e la necessità, quindi, di dare loro sostegno, così
da moltiplicare “i punti di vista e le energie collettive”, “in linea con la lotta
dell'Unesco contro ogni forma di discriminazione”.
Strumento a servizio delle popolazioni in difficoltà
Anche perché, ricorda la direttrice generale dell’Unesco,
“la radio crea un senso di appartenenza, aiuta le comunità a rompere il loro isolamento
in situazioni di conflitto armato, di tensione politica o di dramma umanitario”: ad
esempio, la radio viene utilizzata dall’Unesco per diffondere messaggi di emergenza
sanitaria riguardo all’Ebola. Lo stesso dicasi per il settore dei rifugiati, poiché
la radio è capace di “ricreare i legami sociali” tra loro, diffondendo “l’istruzione,
la cultura e le informazioni”.
Un premio per la Radio Vaticana
“Esorto tutti gli Stati membri ed in particolare il
mondo della radio – conclude la Bokova – a mobilitarsi attorno a questo mass-media,
rendendolo una forza di inclusione, di dialogo tra le generazioni e di cambiamento
sociale”. Da segnalare, infine, che in occasione della Giornata, la Radio Vaticana
verrà insignita, a Madrid, del “Premio Internazionale dell’Accademia Spagnola della
Radio”. (I.P.)
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