2015-02-07 10:13:00

Sudafrica. Gesuiti: scontri Soweto vergognosa xenofobia


Sudafrica. Appello dei gesuiti: porre fine a xenofobia
Sembra tornata la calma a Soweto, in Sudafrica, dopo i violenti scontri dei giorni scorsi, durante i quali alcuni negozi di commercianti stranieri sono stati saccheggiati e incendiati. Le violenze, che hanno provocato almeno sei vittime e numerosi feriti, sono state scatenate dalla morte di un adolescente, ucciso da un venditore straniero nel corso di un tentativo di rapina. Tali avvenimenti, commenta l’Istituto dei Gesuiti del Sudafrica (Jisa), rappresentano “un altro episodio della vergognosa storia di xenofobia nel Paese”.

Xenofobia, atto di disprezzo dell’umanità
Ma “la ferocia dimostrata dalle parti coinvolte e l’incapacità di porre fine in tempi rapidi a tali incidenti – scrivono i religiosi in una nota – dimostra anche il fallimento dello Stato nell’applicazione della legge e nell’educazione dei cittadini al suo rispetto. Questa è una tragedia nazionale”. “La xenofobia in Sudafrica – continua la nota – è in diretta contraddizione con la nostra filosofia nazionale, l’Ubuntu, che crede nell’umanità, e rappresenta un palese atto di disprezzo della cultura dei diritti umani, fondamento della nostra Costituzione”.

Il tragico precedente dell’Apartheid
Quindi, il Jisa ricorda che “durante l’epoca dell’apartheid, i Paesi dell’Africa e di molte altre parti del mondo hanno dimostrato “una notevole accoglienza nei confronti dei sudafricani in fuga, offrendo loro un rifugio, anche a rischio della vita delle popolazioni locali”. “La nostra gente è stata trattata con calore e generosità – scrivono i Gesuiti – nessuno è stato derubato, assassinato o attaccato”.

Necessaria maggiore educazione civica
Ribadendo, quindi, che tali episodi di violenza sono “il sintomo di problemi strutturali del Paese” e che “i venditori stranieri sono diventati dei capri espiatori”, il Jisa esorta al “rispetto della legge ed al dialogo tra i leader religiosi, i rappresentanti delle istituzioni ed i commercianti per puntare su un sistema di educazione civica che guardi al contributo positivo che gli immigranti danno al Sudafrica, dal punto di vista sociale ed economico”. (I.P.) 








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