2015-02-07 08:02:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella quinta Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci propone il Vangelo in cui portano a Gesù molti malati e indemoniati:

“(Gesù) guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

Possiamo certo sorridere – noi uomini del XXI secolo – davanti alla semplicità, alla ingenuità del Vangelo di oggi: anzi, tutto questo parlare di demòni ci imbarazza un poco. La nostra ragione, le conoscenze scientifiche che vantiamo ci permettono di guardare al mondo, alle malattie, a presunte possessioni diaboliche con molta superiorità. Ma è proprio così ingenuo il Vangelo o non è piuttosto la luce che illumina le radici profonde del male che sono dentro di noi? Sono proprio così fuori moda i segni operati da Gesù o non sono piuttosto la rivelazione della presenza di un “nemico” dentro di noi, causa vera di tanta nostra infelicità, di tanta solitudine e depressione così prepotentemente presenti nell’odierna società? La scienza deve certo fare il suo cammino di ricerca, ma rimane in superficie quando non sa guardare in profondità il cuore dell’uomo, quando si limita a vederne le pareti esterne. Il Signore non è venuto a fare diagnosi mediche, ma a rivelare l’origine e la causa profonda del male dell’uomo, il suo vero “nemico”: il demonio, l’accusatore. Il Vangelo annuncia che con Gesù è venuto il Re buono con il potere di strappare il regno a satana, e per restituirlo al Padre. È venuto – e viene – “a sdemonizzare la terra”, come si esprime un teologo luterano (E. Käsemann). Il Vangelo oggi ci invita a percorrere con Gesù i villaggi e le città annunciando il  Regno di Dio, per sminare la terra dalle seduzioni diaboliche, e ridare all’uomo la sua libertà di figlio.








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