Saranno chiamati alle urne nel mese di marzo i cittadini de La Riunione, il Dipartimento francese d'oltremare situato nell'Oceano Indiano. Le consultazioni dipartimentali sono previste in due tornate, il 22 ed il 29 marzo 2015. In vista di questo appuntamento elettorale, il vescovo locale, mons. Gilbert Aubry, ha diffuso un messaggio in cui auspica che “le strategie politiche, pur legittime”, restino lontane da “manipolazioni e colpi bassi” e “tengano in considerazione soprattutto la popolazione”.
No al "potere per il potere"
“Bisogna uscire dalle scissioni politiche provocate
da una visione de ‘il potere per il potere’”, scrive il presule, auspicando che si
possano trovare nuove soluzioni per migliorare la società, “promuovendo il lavoro,
semplificando la burocrazia, incoraggiando i giovani a fare esperienze all’estero
per poi metterle a servizio del loro Paese”. Quello che conta, ribadisce mons. Aubry,
è “costruire un’unica comunità”, sviluppando “la coscienza civica” attraverso “l’impegno
nella vita associativa, la costruzione di reti di solidarietà, la giusta considerazione
della vita politica per l’organizzazione del Paese e il servizio nei confronti della
crescita sociale, culturale ed economica dell’uomo”.
La società non sia una giungla, necessario umanizzarla
L’invito del presule, dunque, è ad una partecipazione
attiva nella vita sociale e politica, nell’ottica della fraternità, necessaria a “umanizzare
la società”. “Dobbiamo essere una sola famiglia umana – sottolinea il vescovo de La
Riunione – e non una giungla di sospetti in cui l’uomo diventa lupo nei confronti
di un altro uomo”.
Pace in famiglia e nella società
Di qui, l’esortazione a “ritrovare e ridonare la fiducia”,
a “lasciare da parte la violenza e l’odio, a guardare le cose dal punto di vista degli
altri”. “Smettiamola di denigrarci a vicenda – è l’appello del presule – di farci
del male in nome di interessi singoli, dimentichi del bene comune e degli interessi
generali”. “Tutti, Chiesa e società, devono interrogarsi sulle proprie responsabilità”,
conclude mons. Aubry, auspicando la pace “in famiglia e nella società”. (I.P.)
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