2015-02-05 13:06:00

Mons. Rossolatos: in Grecia Chiesa povera vicina ai poveri


Papa Francesco, incontrando in Vaticano i rappresentanti della Conferenza episcopale di Grecia, ha esortato “alla fiducia nel futuro, contrastando la cosiddetta cultura del pessimismo”, nonostante il perdurare della crisi economico-finanziaria che ha duramente colpito il Paese. Tra le sfide della Chiesa cattolica locale, oltre alla dispersione dei fedeli, al calo delle vocazioni, alle realtà legate all’immigrazione, ci sono quindi tutti i problemi generati dalla crisi stessa e dall’austerity imposta da Bruxelles. Come si vive allora oggi in Grecia? Risponde mons. Sevastianos Rossolatos, arcivescovo dei cattolici di Atene, intervistato per il Centro Televisivo Vaticano da Giada Aquilino:

R. - Quelli che avevano soldi possono ancora vivere tranquillamente, mentre ci sono molte persone che si sono trovate d’un colpo senza lavoro e in molte famiglie, dove lavorava sia il padre sia la madre, tutti e due sono rimasti senza lavoro. Ci sono tante famiglie in cui nessuno lavora. Anche persone che avevano piccoli negozi e imprese con alcuni impiegati, con la crisi, hanno dovuto chiudere. Pure le strutture della Chiesa (cattolica) diventano ancora più povere, come le gente.

D. - Nonostante questo impoverimento generale, la Chiesa è vicina alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ai migranti: come?

R. - Fa quello che può. In tutte le diocesi c’è la Caritas. Anche ad Atene la Caritas si occupa dei profughi, aiuta, dà viveri oppure prepara il cibo e chi ha bisogno viene a mangiare. Ci sono poi le Suore della Carità che distribuiscono cibo, assistono donne abbandonate, tossicodipendenti, visitano le prigioni. Quello che notiamo è che, tra le persone assistite, ormai ci sono anche nostri fedeli rimasti senza lavoro e che chiedono continuamente aiuto. Ma dove possiamo trovare i soldi per dare aiuto?

D. - Le ultime elezioni hanno visto l’affermazione del partito della sinistra radicale ‘Syriza’ di Alexis Tsipras, che fin qui ha criticato l’austerity imposta da Bruxelles. Ora ha incontrato i vertici dell’Unione Europea. Come leggere il risultato elettorale e cosa serve adesso al Paese?

R. - La Grecia non è mai andata così a sinistra, come corpo elettorale. Si commenta, si spiega come un voto di rabbia e disperazione. Tutti aspettiamo. E abbiamo una piccola speranza che possa far capire all’Europa unita che fermare il progresso economico, chiedere soltanto soldi per pagare i debiti, non produce niente. E’ una disperazione completa. La sola via di uscita sarà trovare un altro modo per creare investimenti e posti di lavoro, perché adesso si raccolgono soltanto i soldi per pagare i debiti. Meno male che tanti nonni sono in grado di aiutare economicamente i loro figli e i loro nipoti, perché in Grecia c’è ancora una unità della famiglia. Però, anche i nonni hanno visto le loro pensioni diminuire.








All the contents on this site are copyrighted ©.