2015-02-04 11:44:00

Chiesa portoghese: aiutare reinserimento detenuti nella società


“Dare dignità ai detenuti: dalle parole all’azione”. Sarà questo il tema del 10.mo Incontro nazionale di Pastorale penitenziaria che si terrà a Fatima, in Portogallo, l’8 ed il 9 febbraio prossimi. Nel comunicato di presentazione dell’evento, padre João Gonçalves, coordinatore della Pastorale penitenziaria portoghese, ribadisce che “è sempre bene parlare di carceri e di detenuti, poiché si tratta di un argomento poco conosciuto e del quale si discute poco all’interno delle nostre comunità, ecclesiali o no”.

Aiutare detenuti a reinserirsi nella società
“In carcere – continua padre Gonçalves – il nostro rispetto ed il nostro aiuto vanno a tutti, sia nel periodo di reclusione, sia successivamente, nella fase di reinserimento familiare, lavorativo e sociale”. I lavori del convegno si apriranno domenica prossima, nel pomeriggio, con la prima sessione, dedicata al settore religioso della Pastorale carceraria. Il giorno seguenti, dalle 9.30 alle 12.30 si discuterà dell’argomento dal punto di vista giuridico, mentre dalle 14.30 alle 17.30 si affronterà la questione sociale.

Servono processi equi, no a inasprimento delle pene
L’incontro nazionale di quest’anno segue quello del maggio 2014 a carattere transnazionale, al quale hanno preso parte rappresentanti di Spagna, Gibilterra, Andorra e Portogallo. Nel comunicato congiunto diffuso lo scorso anno, si ribadisce la necessità di tutelare i diritti dei detenuti e ci si appella alle istituzioni affinché ricorrano alla pena della privazione della libertà solo come ultima scelta. Inoltre, si sottolinea l’impegno della Pastorale penitenziaria ad offrire supporto educativo ai prigionieri e si ricorda la necessità di una giustizia più umana, che implichi il perdono e la misericordia, e non sia solo “il prolungamento di una condizione di povertà” in cui si trovano molti detenuti ancor prima di commettere un reato. Di qui, l’invito a far passare il messaggio che “non è l’inasprimento delle pene che riduce i casi di recidiva nel crimine, bensì processi penali equi e dalla giusta durata, che guardano alla persona nella sua integrità”. (I.P.)








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