2015-01-31 06:45:00

India: vescovi chiedono un Paese laico e rispettoso dei diritti


Urge sostenere la laicità della nazione indiana e costruire insieme una nazione in cui i diritti e le libertà fondamentali di ogni uomo siano rispettati: è quanto scrivono i vescovi indiani al governo guidato dal premier Narendra Modi e dal suo partito nazionalista “Baratiya Janata Party”. A conclusione di una Assemblea speciale, tenutasi nei giorni scorsi e presieduta dal presidente della Conferenza episcopale dell'India (Cbci), il card. Baselios Cleemis, i vescovi hanno rilasciato un comunicato, inviato all’agenzia Fides, in cui si ricorda che “la Costituzione indiana garantisce che tutti i cittadini del nostro Paese possono professare, praticare e diffondere una religione di propria scelta”.

Il cristianesimo al servizio del Paese
“L'India è una terra in cui diverse fedi religiose esistono da secoli” e “ il cristianesimo ha le sue radici nel suolo indiano da oltre Duemila anni”, ponendosi “al servizio disinteressato del popolo nel campo dell’istruzione, della sanità, senza alcuna discriminazione di casta, credo o religione”.

Condannate le violenze contro i cristiani
“Gli incidenti accaduti negli ultimi mesi in varie parti del nostro Paese – prosegue il testo – contro le chiese, i sacerdoti e i laici in Chhattisgarh, Madhya Pradesh, Odisha, Uttar Pradesh e Delhi, hanno causato grande preoccupazione. Le cerimonie di ‘riconversioni religiose’ danno un'immagine negativa dell’India. La polarizzazione tra comunità e il tentativo di omologare l’India sono una minaccia per tutte le minoranze: donne, dalit e tutte le minoranze linguistiche, culturali e religiose”.

Nazionalismo indù minaccia la laicità del Paese
I vescovi notano che i programmi di “Ghar Wapsi” (che significa “ritorno a casa” ed è una cerimonia di riconversione di massa all’induismo, ndr) e la “zafferanizzazione” dell'istruzione e della cultura (cioè programmi educativi e culturali secondo l’approccio nazionalista indù, ndr) “pongono sfide per l'etica laica del nostro amato Paese”. Mentre le “conversioni di natura religiosa sono un esercizio della propria libera volontà e dei propri diritti costituzionali e di coscienza”, il “Ghar Wapsi è un processo politico, portato avanti dai potenti esponenti del nazionalismo religioso” affermano i vescovi.

I cristiani chiedono protezione allo Stato
“I cristiani di questo Paese – conclude il testo – hanno bisogno di certezze da parte del governo” e chiedono di essere “protetti e sicuri in patria”, auspicando che “questa grande nazione laica rimanga un luogo in cui le persone di religioni e culture diverse possano vivere liberamente, praticando la loro fede senza paura o minaccia e in armonia”. (P.A.)








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