2015-01-29 14:31:00

Al via la nuova prevenzione per le allergie infantili


Prevenire le allergie dei bambini è finalmente possibile. A dirlo è la World Allergy Organization che, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha organizzato un congresso internazionale per diffondere le ultime frontiere della ricerca. Al microfono di Corinna Spirito, il professor Alessandro Fiocchi​, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù, spiega come combattere questa malattia cronica che oggi colpisce 25 bambini su 100:

R. – Sono dei dati importanti: parliamo di 400 milioni di bambini nel mondo che possono soffrire di questa malattia. Quindi si tratta di una grande battaglia, che coinvolge una serie di considerazioni. La prima è: come mai l’allergia è aumentata? E questo è un problema certamente di modello di vita, perché è aumentato soprattutto nei Paesi più sviluppati. La seconda: quali sono i fattori che hanno determinato tutto questo? E cominciamo a sospettare che siano gli stessi fattori che hanno portato all’aumento dell’obesità, all’aumento delle malattie cardiovascolari e all’aumento delle malattie autoimmuni. Quindi riuscire a prevenire le allergie potrebbe essere utile su più vasta scala. Il dato nuovo che viene portato in questo congresso è che, per la prima volta, si è potuto asseverare una metodica di prevenzione delle allergie con una misurabile efficacia.

D. – Come è possibile prevenire le allergie nei bambini?

R. – Noi sapevamo, fino ad oggi, che potevano prevenire le allergie nei bambini mediante le formule allergeniche: quando non hanno il latte della mamma, dargli un latte poco carico di allergeni per ridurre la loro probabilità di allergia al latte. Da oggi sappiamo che anche utilizzare, invece, delle formule che contengono probiotici riduce in maniera misurabile l’allergia dei bambini. Questa misurabilità è tra il 9 e il 15 per cento, che è un valore forse non stellare, ma certamente importante su una scala come quella che le ho prospettato prima di numeri. L’intervento che è stato valutato è un intervento fatto con i probiotici, cioè con i micobatteri, che introdotti per via orale ripristinano la flora intestinale dei bambini. E’ un intervento che deve essere fatto ai bambini e meglio ancora alla mamma già durante la gestazione, perché le origini delle allergie sono nella gravidanza.

D. – Quali sono le allergie più diffuse, oggi?

R. – Tra i bambini, l’allergia alimentare è la prima; poi dermatite atopica, rinite allergica ed asma. Dicevo la prima nel senso temporale: sono cioè i bambini più piccoli che soffrono di allergie alimentari, rispetto ai più grandi che soffrono di più di rinite allergica e di asma. La peggior allergia e quella che ci preoccupa di più è l’anafilassi, cioè le reazioni mortali che possono conseguire dal contatto con un allergene. Tutte le altre sono manifestazioni fastidiose, perché sono manifestazioni che invadono la famiglia, non la abbandonano e quindi ne cambiano proprio la qualità di vita.

D. – Possiamo dire che le allergie sono una delle nuove epidemie del nostro secolo?

R. – Assolutamente sì! Fanno parte delle malattie non comunicabili che, nel momento in cui noi ci siamo occupati con successo delle malattie infettive, sono diventate la frontiera della sanità pubblica a livello mondiale. Accanto a loro vogliamo mettere anche i tumori e le malattie mentali: tutte malattie che, almeno quando si manifestano nel bambino, hanno un background infiammatorio molto simile a quello delle allergie.

D. – Le nuove scoperte che avete presentato come cambieranno la situazione attuale?

R. – Le nuove scoperte vengono coagulate in un documento prodotto dall’Organizzazione mondiale dell’allergia, che dà indirizzo in questo senso. Perché si tramutino in cambiamento occorre questo documento sia conosciuto, recepito, fatto proprio e implementato: i governi e dalle associazioni di paziente devono imparare a proporre questo approccio alle mamme dei bambini che sono a rischio ad avere questo tipo di allergie. Quindi si tratta di un lavoro grosso da fare, ma almeno la via è tracciata. 








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