2015-01-27 12:40:00

Giorno Memoria, Ucei: in Italia tendenza auto-assolutoria


"Settant'anni, a seconda dei punti di vista, possono essere tanti o pochi. In ogni caso, si tratta di un lasso di tempo che ha consentito una lunga fase di riflessione. Meno lunga di quanto si creda, perché i primi anni dopo la seconda guerra mondiale sono stati anni di silenzio in cui nessuno prendeva l'iniziativa per chiarire questo oscuro capitolo di storia". Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), commenta il 70° anniversario dell'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuto il 27 gennaio 1945. Da quindici anni in Italia questa data è quella della memoria della Shoah. "In Italia - spiega - la riflessione sulla Shoah e l'impegno per non dimenticare hanno preso vigore soprattutto dal 2000, con l'istituzione del Giorno della Memoria. Il nostro scopo è sempre stato far riflettere i giovani su quali sono state le conseguenze della salita al potere di dittature spietate come quella nazista e fascista".

Le responsabilità del fascismo

"Non dobbiamo mai dimenticare che in Italia i fascisti hanno collaborato con i nazisti nella deportazione degli ebrei", aggiunge Gattegna. "Le bande che andavano nelle case degli ebrei, e sono andate anche nella casa dei miei genitori, erano composte da soldati fascisti e da Ss nazisti. La deportazione italiana è stata significativa perché ha riguardato circa 8.000 ebrei italiani, scomparsi nei campi di sterminio, su una popolazione di circa 30.000 persone".   

Tendenza auto-assolutoria

"Secondo il presidente Gattegna, però, in Italia c'è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza della corresponsabilità italiana nella Shoah". "L'Italia non ha preso coscienza di aver contribuito allo sterminio dei nazisti. C'è una tendenza auto-assolutoria che danneggia la realtà storica", riflette il presidente dell'Ucei. "E' un rifiuto a fare i conti con il proprio passato che non è sano. Non vogliamo sollevare polemiche ma vorremmo che i giovani sapessero la verità".    

I giovani 'nuovi testimoni'

Gattegna è però contento della percezione che c'è, specie tra le giovani generazioni, del Giorno della Memoria. "Ho appena partecipato - racconta - a un viaggio ad Auschwitz con il ministro dell'istruzione Stefania Giannini e 220 studenti e posso assicurare che la partecipazione è stata esemplare. Ragazzi preparati, informati, concentrati e attenti che sono tornati a casa un po' cambiati, perché hanno visto con i loro occhi qualcosa di disumano". "Certo - nota Gattegna - la progressiva scomparsa dei testimoni diretti di quella pagina oscura è un dato ovviamente inevitabile. Ma le migliaia di giovani che hanno incontrato i superstiti dei lager nazisti e hanno visitato i luoghi di quella che era una vera e propria 'industria della morte' sono diventati a loro volta testimoni".     

L'allarme terrorismo

Il presidente dell'Ucei allarga la riflessione ai recenti attacchi terroristici di Parigi. "Ci hanno allarmato perché le forze che si stanno muovendo si rivolgono contro gli ebrei per primi, ma in realtà contro tutte le società. Ci preocuppa che si tratti di attacchi di matrice islamica". "Non vogliamo accusare l'islam nella sua totalità - precisa Gattegna - ma c'è sicuramente una frangia islamica che tende all'omicidio organizzato nell'illusione di far prevalere dei principi che la civiltà occidentale ha già deciso di respingere".

No al termine 'nazismo-islamico'

In proposito Gattegna non accetta la definizione di 'nazismo islamico'. "Tutti i paragoni sono impropri", commenta. "La situazione odierna è molto diversa perché, durante la seconda guerra mondiale, gli ebrei sono stati traditi in Germania e in Italia dai loro stati di appartenenza. Gli ebrei italiani sono in Italia da 2.200 anni e erano e sono italiani a tutti gli effetti, dal punto di vista sociale e culturale. Una cosa è dunque subire un'aggressione da parte del proprio Stato e un'altra è subire un'aggressione dall'esterno che colpisce tutta la società".

Dialogo interreligioso resta priorità

Il presidente dell'Ucei riafferma infine la priorità del dialogo tra le tre religioni abramitiche per combattere il terrorismo. "Il Dio unico è lo stesso Dio per le tre religioni e tutto ciò che tende a creare spaccature, odio, pregiudizio, deviazioni - nelle quali si cerca di giustificare gli omicidi nel nome di Dio - deve essere respinto". "Si tratta - spiega Gattegna - di organizzare una difesa efficace. Credo che l'Italia sia attrezzata per farlo. Forse la Francia è stata meno pronta e ha lasciato troppo spazio di muoversi ed agire a queste persone. Ma occorre una forte prevenzione perché non è con la sola repressione che si può combattere un fenomeno di questo genere". 








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