2015-01-27 08:13:00

Giornata della Memoria nel 70.mo dalla liberazione da Auschwitz


A 70 anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ricorre oggi la giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah adottata  dall’Onu nel 2005.  Alle commemorazioni in Polonia sul luogo in cui sorgeva il più grande campo di concentramento nazista prendono parte oggi 38 delegazioni da tutto il mondo. Paolo Ondarza:

Ricordare lo sterminio di circa 12 milioni di persone nei lager, 6 milioni dei quali ebrei, la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione, la deportazione , la prigionia ma anche coloro che si sono opposti al progetto di sterminio, e, a rischio della propria esistenza, hanno salvato vite e protetto i perseguitati. Ad Auschwitz, costruito dai nazisti per realizzare la soluzione finale contro gli ebrei in Europa, vennero eliminate oltre un milione di persone: prigionieri politici, disabili, sinti e rom, omosessuali, testimoni di Geova. Piero Terracina: fu deportato lì con tutta la famiglia, composta da 8 persone. Fu l’unico a tornare in Italia:

R. - Come si può negare? Quando io dico: siamo partiti in otto della mia famiglia e quando sono ritornato mi sono ritrovato solo, ma dove sono finiti gli altri? Quando io parlo della deportazione del 16 ottobre 1943 da Roma, quando furono deportati 1.023 innocenti, compreso un bambino ancora senza nome, e sono tornati in 16!, che cosa possono dire? Che sono scomparsi? Certo: ad Auschwitz non risulta che siano arrivati. Ma io me li ricordo. Me li ricordo lì, sulla rampa dell’arrivo, l’abbraccio di mamma, le parole di papà … ricordo tutto! Sono tornato solo, di otto persone …

A Birkenau, a soli 13 anni. Sami Modiano, ebreo di Rodi, perse tutti gli affetti. Oggi spende ogni energia nel raccontare l’orrore subito perché non si ripeta più:

R. - Poi, ad un certo momento, quando stai in quell’inferno, ti rendi conto che da Birkenau non c’era nessun’altra via di uscita che la morte. E di fatto, molti si rendevano conto di questo e decidevano di farla finita: si buttavano contro i fili spinati nei quali passava l’alta tensione, e morivano fulminati … ho una piaga che non si chiuderà mai più. Ho i miei silenzi, i miei incubi, le mie depressioni. Continuo ancora a soffrire. Specialmente quando incontro i ragazzi e devo spiegare tutto questo: per me è un dolore enorme, ma lo faccio. Lo faccio perché ho capito che il Padre Eterno mi ha scelto per trasmettere a questi ragazzi, che fanno parte di questa nuova generazione la memoria di ciò che ho vissuto, perché non si ripeta.

Varie le manifestazioni organizzate oggi in tutto il mondo. Nel suo messaggio il segretario Onu Ban Ki Moon mette in guardia da nuove forme di antisemitismo e intolleranza e chiede di intensificare ogni sforzo contro una minaccia ancora viva.








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