2015-01-25 12:38:00

Ucraina. A Mariupol dopo la strage offensiva dei separatisti


Proseguono le violenze nel sudest dell’Ucraina, dopo che ieri il lancio di una raffica di missili Grad – almeno 120 - su Mariupol ha causato la morte di almeno 30 civili e il ferimento di 93 persone, distruggendo un mercato, diversi edifici e perfino un asilo. Intanto i separatisti continuano la loro offensiva e il leader dell’autoproclamatasi repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, ha annunciato una vasta operazione militare proprio nella città sul Mar Nero, strategicamente importantissima non solo perché cuore dell’industria metallurgica ucraina, ma soprattutto perché potrebbe creare un corridoio terrestre tra la Crimea, ormai russa, e Mosca.

Il governo di Kiev
Il presidente ucraino, dopo quanto è accaduto, è rientrato in anticipo dall’Arabia Saudita: “Le cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk devono essere considerate organizzazioni terroristiche – ha tuonato – difenderemo la nostra patria fino alla vittoria finale”. Kiev si scaglia anche contro Mosca, accusandola di avere novemila soldati nel sudest ucraino per “sostenere le azioni terroristiche” e di essere quindi “pienamente responsabile” delle violenze in atto.

La reazione dell’Unione europea
E dopo l’ennesima strage, alza i toni anche l’Alto rappresentante della politica estera europa, Federica Mogherini, che se finora aveva lanciato appelli a Mosca invitandola a riconoscere le proprie responsabilità, ora la mette in guardia da un possibile “deterioramento delle relazioni con l’Ue” rivolgendosi apertamente al presidente Putin affinché “eserciti la propria influenza”. In Europa, infatti, c’è chi parla già di nuove sanzioni, come la Lettonia, presidente di turno dell’Unione, finora congelate dagli accordi di Minsk – gli unici che la Russia abbia mai firmato – ma che, prevedendo una tregua, appaiono ormai lettera morta.

I dati del conflitto
Dall’inizio del conflitto nel sudest dell’Ucraina, nell’aprile del 2014, si calcola che siano state uccise circa 15mila persone. Secondo le Nazioni Unite, ben 262 sono state le vittime negli ultimi nove giorni, da quando la tensione è tornata a salire.








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