Card. Tauran: intensificare dialogo interreligioso promuovendo l’incontro
Due giorni di confronti a Sassari e Stintino, in Sardegna,
su dialogo interreligioso, conflitti culturali, educazione giovanile, terrorismo e
libertà di stampa al convegno “Dialogando, religioni ed identità culturali a confronto”
svoltosi recentemente. Organizzato nei giorni scorsi dal comune di Stintino, dall’arcidiocesi
di Sassari e dall’associazione culturale “Il Tempo della Memoria” nell’ambito delle
celebrazioni per il centenario della Prima Guerra mondiale, vi hanno preso parte esponenti
di diverse religioni, studiosi e giornalisti e a concluderlo è stato un intervento
di mons. William Shomali, vicario patriarcale latino per Gerusalemme e la Palestina.
Non prevalgano differenze, ma amicizia tra popoli
L’arcivescovo di Sassari, Paolo Atzei, ha definito
l’incontro “nello spirito del Vaticano II”, mentre mons. Giancarlo Zichi, dell’Ufficio
patrimonio culturale dell’arcidiocesi di Sassari, ha letto un messaggio inviato per
l’occasione dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per
il Dialogo interreligioso, che sottolinea l’importanza dell’incontro e la necessità
di “intensificare il dialogo fra le varie religioni e il confronto con i non credenti,
affinché non prevalgano mai le differenze che separano, ma, pur nella diversità, vinca
il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli”.
Dialogo interreligioso necessita di conoscenza
culturale
Nella prima giornata, il dibattito ha riguardato la
risoluzione dei conflitti attraverso la cultura. Khaled Allam, docente di Sociologia
del mondo musulmano all’Università di Trieste, ha approfondito il tema del terrorismo
di matrice islamica. “Integrazione è molto più che un passaporto o un giuramento di
fedeltà. Non sono più questioni politiche, ma – ha detto Allam – culturali e anche
affettive. Tra islam e cristianesimo ci sono problemi soprattutto di carattere culturale.
Se cito Sant’Agostino da Ippona davanti a mio cugino che vive in Algeria, egli non
sa di chi io stia parlando. Eppure, era un berbero nato nel suo Paese. Se nomino a
un siciliano Ibn Hamdis, a meno che sia uno specialista, questo nome non gli dice
niente. Eppure, è stato il più grande poeta medievale dell’isola. C’è un buco nero
nella storia, nelle nostre storie”. Si è discusso inoltre del ruolo dei media nel
dialogo interreligioso, mentre nella seconda giornata i relatori hanno parlato di
promozione del dialogo, violenza e atti terroristici.
Mons. Shomali: Terra Santa, esempio di convivenza
interreligiosa
Mons. Shomali, infine, ha ricordato come la Terra
Santa sia, da quattordici secoli, un luogo di coesistenza tra musulmani e cristiani
e menzionando i recenti avvenimenti drammatici di Parigi e le loro ripercussioni ha
affermando che “in un mondo sempre più globalizzato” la libertà di espressione non
può essere confusa con quella di offendere. “Con riferimento a quanto successo a Parigi,
penso che, senza mai giustificare la violenza e l’omicidio, anche gli autori delle
caricature abbiano sbagliato”, ha affermato mons. Shomali. Il presule ha aggiunto
che il rispetto è fatto anche di piccoli dettagli della vita quotidiana come ad esempio
non offrire cibi proibiti ai propri ospiti, oppure non fumare di fronte a un musulmano
che osserva il Ramadan, e per questo ha rimarcato l’importanza della conoscenza delle
diverse tradizioni religiose. Quanto alla Terra Santa, mons. Shomali l’ha descritta
come “un’esperienza positiva di coesistenza, in uno spirito di fraternità, di amicizia
e di aiuto reciproco”, basata sulla conoscenza vicendevole della cultura dell’altro.
In Europa, al contrario, il problema dell’integrazione dei giovani musulmani, ha osservato,
alimenta i fondamentalismi. (T.C.)
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