2015-01-23 06:52:00

Vescovi dominicani: gratitudine per la vita consacrata


Gratitudine per il passato, passione per il presente e speranza per il futuro: sono questi i sentimenti con i quali va celebrato l’Anno della vita consacrata, indetto da Papa Francesco ed in corso fino al 2 febbraio 2016. Ad indicare queste tre modalità è la Conferenza episcopale dominicana (Ced) in una lunga lettera pastorale pubblicata il 21 gennaio, in occasione della festa di Nostra Signora di Altagracia.

Povertà evangelica contro idolatria del denaro
Il documento, destinato a “tutti i fedeli della Chiesa cattolica”, si pone innanzitutto l’obiettivo di “orientare e illuminare la realtà ecclesiale e sociale del Paese, a partire dalla Parola di Dio e dalla dottrina della Chiesa”. Quindi, viene messa in luce la “missione profetica” della vita consacrata, evidenziata dalla “qualità essenziale del discernimento dello spirito”, che porta alla “perfetta castità, testimone della forza dell’amore di Dio nella fragilità della condizione umana”, in contrapposizione alla “cultura edonistica che cerca nella sessualità solo il piacere egoistico senza alcuna norma morale obiettiva”. Allo stesso modo, continua la Ced, il consacrato sceglie “la povertà evangelica accompagnata da un impegno attivo nella promozione della solidarietà e della carità”, in risposta al “materialismo avido, disinteressato alle sofferenze dei più deboli”. 

Vedere Cristo nel volto degli emarginati
Per questo, ribadisce la lettera pastorale, “l’opzione preferenziale per i poveri è parte della vita consacrata”, perché i consacrati vedono il volto di Cristo negli affamati, nei disillusi dalla politica, nei terrorizzati dalla violenza, nei minori abbandonati, nelle donne umiliate ed offese, nei migranti che non trovano accoglienza, negli anziani che non possono vivere dignitosamente, “nei nascituri strappati dal ventre materno da medici senza scrupoli o con l’approvazione di una società che si lascia ipnotizzare dalla cultura della morte”.

2.200 consacrati nella Repubblica Dominicana

Guardare al passato con gratitudine, dunque – esorta la Ced – per ricordare, in particolare, tutti quei missionari “difensori instancabili dei nativi, promotori dell’umanità di fronte agli abusi di una colonizzazione a volte priva di scrupoli”. Ma anche guardare al presente con passione, confortati dalle statistiche: attualmente, infatti, spiegano i presuli, la Chiesa dominicana conta 2.200 consacrati, il cui 66% è autoctono e ciò significa che “la vita consacrata si è inculturata nella popolazione, frutto della testimonianza di una consacrazione vissuta con gioia, entusiasmo e dedicazione”. E ancora: guardare al futuro con speranza, per “dimostrare che Dio è capace di riempire i cuori e renderli felici”.

Attenzione ai social network per annunciare il Vangelo ai giovani
Nell’ultima parte della lettera pastorale, i vescovi dominicani sottolineano alcune “urgenze che necessitano una risposta ecclesiale”: una maggior presenza nel mondo delle comunicazioni sociale, in particolare nei social network, “per annunciare il Vangelo soprattutto alle nuove generazioni”.

Importanza vitale della Pastorale familiare
“Un campo di vitale importanza – aggiunge la Ced – è inoltre quello della pastorale familiare”, poiché “la struttura della famiglia è fortemente pregiudicata” oggi, e “la perdita dei suoi valori più sani causa, a sua volta, il deterioramento della società”. (A cura di Isabella Piro)
 








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