2015-01-23 12:59:00

Pugni, conigli e disinformazione


Su alcune frasi pronunciate da Papa Francesco, nelle conferenze stampa tenute in aereo, durante il recente viaggio in Asia, si sono esercitati sulla stampa taluni commentatori che spesso non avevano le competenze adeguate. E' cresciuto a dismisura il fenomeno dei 'vaticanisti occasionali' che non sanno distinguere tra un conclave e un concistoro eppure si sentono autorizzati a commentare e interpretare ciò che dice il Papa.

Informare sull'attività del Papa e i fatti vaticani, così come su ciò che avviene alla Casa Bianca, a Mosca o al Parlamento Europeo, vuol dire affrontare sfide giornalistiche per le quali bisogna essere preparati. Si tratta soprattutto di una questione di rispetto dei propri lettori. Una parte di questi commenti faziosi e superficiali non merita perciò molta attenzione. C'è un'altra parte di commenti critici che provengono invece da firme più autorevoli, da persone preparate su questi temi. Eppure, anche in questo caso, si ha la sensazione che questi interpreti non abbiano voluto capire bene quelle parole. La tendenza è stata quella di estrarre alcune parole o frasi, estrapolandole dal contesto, senza voler intendere il ragionamento, le circostanze, il sentimento che le caratterizzavano.     

Per esempio, parlando ai giornalisti il 19 gennaio, accanto alla frase "alcuni credono che – scusatemi la parola – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli", il Papa ne ha aggiunta subito un'altra: "no, paternità responsabile". Un concetto, da tempo centrale nel Magistero della Chiesa, che chiarificava la citazione precedente. S. Giovanni Paolo II, nel luglio del 1994, condannò proprio l'equivoco per cui molti pensano che la Chiesa difenda "la fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità". Quindi, potremmo dire usando le parole di Francesco, Papa Woytyla chiariva che la Chiesa non invita a procreare "come conigli", senza "progettualità" o "discernimento", ma invita alla responsabilità.

Occorrerebbe perciò più rispetto nei confronti delle parole del Papa che parla come Vicario di Cristo, rappresentate della Sede Apostolica e di tutta la Chiesa Cattolica. Bisognerebbe evitare di utilizzare una parola, come "coniglio" o "pugno", perché mi aiuta a creare un titolo accattivante, a vendere il giornale o ad aumentare i click del mio pezzo sul web. Questa non è informazione, ma disinformazione. E soprattutto così si fa un pessimo servizio ai lettori, ai quali si consegnano 'battute' e non 'pensieri'.   

(a cura di Luis Badilla Morales e Fabio Colagrande)








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