2015-01-20 14:06:00

Card. Ravasi all'Unesco: "La luce non è Dio ma Dio è luce"


“La luce non è Dio, ma Dio è luce”. Lo ha detto il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, nel discorso tenuto ieri a Parigi, presso l’Unesco, in occasione della cerimonia di apertura dell’Anno internazionale della luce. “In tutte le civiltà - l’esordio del porporato come riferisce l'agenzia Sir - la luce passa da fenomeno fisico ad archetipo simbolico, dotato di uno sterminato spettro di iridescenze metaforiche, soprattutto di qualità religiosa.

Cristo ‘luce vera che illumina ogni uomo'
La connessione primaria è di natura cosmologica: l’ingresso della luce segna l’incipit assoluto del creato nel suo essere ed esistere”. La luce, secondo il card. Ravasi, possiede una qualità “teo-logica” per cui “essa è un’analogia per parlare di Dio”. Tuttavia, “a differenza di altre civiltà che, in modo semplificato, identificano la luce (soprattutto solare), con la stessa divinità”, la Bibbia “introduce una distinzione significativa: la luce non è Dio, ma Dio è luce”. Di qui il riferimento all’inno che apre il Vangelo di Giovanni “ove il Lógos, il Verbo-Cristo, è presentato come ‘luce vera che illumina ogni uomo’”.

Antitesi luce-tenebre
Il presidente del Consiglio vaticano si è quindi soffermato sull’antitesi luce-tenebre come paradigma spirituale: la luce è “un segno glorioso e vitale, è una metafora sacra e trascendente, ma non è inoffensiva perché genera tensione col suo opposto, la tenebra, trasformandosi in simbolo della lotta morale ed esistenziale”. (R.P.)








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