2015-01-19 11:54:00

Filippine. P. Battistella: visita Papa aiuti a guarire ingiustizie


Tema centrale del viaggio apostolico di Papa Francesco nelle Filippine è stato quello della vicinanza ai poveri. Fabio Colagrande ne ha parlato con padre Graziano Battistella, scalabriniano da molti anni residente a Manila dove dirige il centro dedicato all'immigrazione:

R. - È una scelta perfetta che combacia bene con quello che è il programma della Chiesa filippina, la quale già da qualche anno si è data come suo obbiettivo specifico di essere, di diventare una Chiesa dei poveri. Oltre a questo, in questo periodo si stanno svolgendo i nove anni di preparazione per la celebrazione del quinto centenario dell’arrivo della cristianità nelle Filippine, quando Magellano è sbarcato nel 1521.  Ognuno dei nove anni ha un tema particolare: quello di quest’anno sono i poveri, quindi il messaggio del Papa si inserisce bene in quello che è il programma della Chiesa filippina.

D. - Ci sono differenze sociali molto forti nelle Filippine. C’è una comunità di persone che vive in maniera più agiata e poi ci sono molti, molti poveri. Questa è una descrizione un po’ sommaria, ma esatta?

R. - Sì, è molto esatta. Quello che si deve cercare di migliorare è fare in modo che la crescita economica che in questo momento sta avvenendo, almeno secondo i soliti paramenti che misurano la crescita economica – come la crescita del Pil – porti maggiori benefici alla popolazione in generale. Purtroppo, questa crescita economica non sta creando un numero sufficiente di posti di lavoro di qualità, per cui pian piano la classe media sta aumentando, ma molto poco. La classe media nelle Filippine è molto ridotta, per cui anche questo impatto sulla popolazione generale e quindi sul benessere generale è, per il momento, molto limitato.

D. - E quali possibilità pastorali ha la comunità cattolica di agire per migliorare questa situazione, questa ingiustizia sociale?

R. - La comunità cattolica è maggioritaria nelle Filippine, per cui è anche la parte che commette ingiustizia sociale, perché gran parte delle persone benestanti che controllano quelle che sono le leve del potere politico e di quello economico sono per la maggior parte cattolici, non tutti ovviamente. C’è anche una parte di popolazione di origine cinese che ha un ruolo importante nell’economia nazionale, ma anche molti di quei cinesi sono cattolici. Quindi ciò a cui si assiste è una realtà di comunità cattolica dove sia gli oppressi che gli oppressori sono cattolici. Questo è quello che bisogna cercare di migliorare dal punto di vista di conversione profonda. Le possibilità ci sono, nel senso che non ci si deve rivolgere altrove. Le possibilità sono interne, anche da parte della comunità cristiana stessa, ma ovviamente non si creano cambiamenti profondi dal punto di vista economico e sociale soltanto basandosi su messaggi di tipo religioso per quanto profondi. I ricchi per poter essere benevoli verso i poveri, devono avere un motivo di interesse; devono trovare un buon motivo o comunque devono essere costretti da quello che è il potere politico a farlo.

D. - Infine si aspetta che queste tre giornate del Papa nelle Filippine lascino dei frutti che poi possano maturare per aiutare davvero lo sviluppo della Chiesa locale …

R. - Sì, questa è la speranza: che non si tratti solo di un evento molto sentito. La risposta della popolazione in questo senso è stata molto significativa. È stato comunque un evento molto sentito, dove il popolo ha voluto dimostrare il suo affetto, la sua devozione al Papa, ma che al di là di questo deve poi lasciare strascichi maggiori; deve essere sentito in modo più programmatico e più organico. In questo senso, credo che sarà compito della Chiesa, in particolare della gerarchia della Chiesa, riuscire a fare in modo che quello che è stato celebrato come un grande momento non finisca presto ma continui.








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