2015-01-18 11:41:00

Nigeria. Nuovo attentato. Onaiyekan: si fa poco contro Boko Haram


Nuovo attentato di Boko Haram nel nordest della Nigeria: un kamikaze si è fatto esplodere in un autobus a Potiskum: 4 i morti e 48 i feriti, secondo le prime informazioni. Intanto, sempre nell'ottica del contrasto ai terroristi, il Ciad invierà rinforzi al Camerun per aiutare il Paese nella sua lotta contro i gruppi che continuano a compiere atti di violenza non solo in Nigeria ma anche sul suolo camerunese. Il Parlamento ha autorizzato, venerdì scorso, con voto unanime l’invio di soldati ciadiani. Da mesi ormai i gruppi islamisti terrorizzano le popolazioni e in questi ultimi giorni diverse Ong, tra cui Amnesty International, hanno parlato di veri e propri massacri di uomini, donne e bambini a Baga e nei suoi dintorni, nel Nord-Est della Nigeria. Il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, capitale del Paese, denuncia – al microfono di Hélène Destombes – i crimini commessi contro l’umanità e si rivolge direttamente alle autorità nigeriane:

R. – Il s’agit d’un groupe qui commet de graves crimes contre l’humanité...

Si tratta di un gruppo che commette crimini, crimini gravi, contro l’umanità. La situazione è grave. Quello che ci preoccupa è che sembra che il nostro governo, le nostre autorità nigeriane non riescano a vedere chiaramente la situazione. Secondo me, questa è un’incapacità colpevole. E’ terribile che il nostro presidente e tutti coloro che ci governano riescano a fare sonni tranquilli, mentre il Paese si trova in questa situazione. Quelli che ci governano continuano a non fare niente e a vivere come se non fosse accaduto nulla. Non sono i mezzi che mancano: i soldi ci sono, e tanti. Quello che manca è il senso di responsabilità da parte di coloro che ci governano.

D. – Lei vorrebbe una mobilitazione internazionale, come è accaduto nei giorni scorsi dopo gli attacchi in Francia?

R. – Il ne me semble pas qu’il y ait une mobilisation totale de toutes les forces politiques …

Non mi sembra che ci sia stata una mobilitazione totale di tutte le forze politiche del nostro Paese, la Nigeria. Se ci fosse questo, non ci servirebbe nemmeno il sostegno dall’estero. La mobilitazione internazionale che c’è stata a Parigi c’è stata per sostenere una mobilitazione francese, piuttosto evidente. Purtroppo, la mobilitazione nigeriana non è evidente. E lo dico con grande rammarico.

D. – Lei spera che la situazione possa cambiare, evolversi dopo le elezioni presidenziali e legislative del prossimo 14 febbraio?

R. – Si cette élection se déroule bien, oui. Mais il y a un grand problème maintenant. …

Sì, se queste elezioni si svolgeranno in modo corretto. Ma adesso c’è un grande problema. Considerando che queste sono elezioni nazionali e che una grande parte del Paese non potrà assicurare la capacità di votare, quale potrà essere la qualità dei risultati? Questo è il grande problema che noi abbiamo, ora.

D. – Il Ciad ha annunciato il suo sostegno al Camerun, anch’esso colpito dalle violenze commesse da Boko Haram. Saranno tutti i Paesi della Regione, uniti, a dover combattere questa lotta contro i gruppi islamici?

R. – Certainement. Il y a besoin de collaboration parce-que les effectifs de Boko Haram …

Sicuramente. Serve la collaborazione perché gli uomini di Boko Haram, dopo aver commesso i loro crimini in Nigeria, valicano la frontiera e il giorno dopo sono già in Camerun o in Ciad. Nelle strade di alcune città del Ciad, Boko Haram recluta la gente attirandola con il denaro: pagano in dollari. E le persone, che sono senza lavoro, li seguono. Quindi, la situazione è grave. Noi chiediamo agli amici della Radio Vaticana che continuino a pregare per noi affinché il nostro governo riesca a riconoscere la gravità della situazione, affinché possiamo intraprendere non solo la strada militare, ma anche quella del dialogo politico. Così, piano piano, si può incominciare a cambiare la mentalità delle persone che commettono queste atrocità, che non sono solo contro il nostro Paese, ma contro la vita dell’uomo.








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