2015-01-18 20:02:00

Centro a Modena per uomini violenti: cambiare si può


Aiutare gli uomini violenti ad intraprendere un nuovo percorso di vita. E’ quello che fanno quotidianamente gli psicologi e gli specialisti del centro di Modena “Liberiamoci dalla violenza”, primo in Italia e gestito dall’Azienda Usl. L’obiettivo è quello di combattere i maltrattamenti sulle donne partendo proprio da chi ne è la causa. In tre anni più di 90 persone sono riuscite a modificare i loro comportamenti. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Monica Dotti, coordinatrice del centro.

Aiutare gli uomini violenti ad intraprendere un nuovo percorso di vita. E’ quello che fanno quotidianamente gli psicologi e gli specialisti del centro di Modena “Liberiamoci dalla violenza”, primo in Italia e gestito dall’Azienda Usl. L’obiettivo è quello di combattere i maltrattamenti sulle donne partendo proprio da chi ne è la causa. In tre anni più di 90 persone sono riuscite ad intraprendere un nuovo percorso di vita. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Monica Dotti, coordinatrice del centro.

R. – Il centro “Liberiamoci dalla violenza” è nato nel 2011 con l’obiettivo di attivare un centro per il trattamento degli uomini autori di violenza nelle relazioni di intimità. Ma il nostro lavoro vuole essere anche di profonda promozione territoriale, per cui lavoriamo in progettualità con le scuole e lavoriamo con tutti quelli che sono considerati degli ambiti importanti per promuovere attività di sensibilizzazione e di informazione come, per esempio, stiamo facendo recentemente anche con le parrocchie.  Gli uomini che vengono al centro sono uomini che ad esempio hanno un titolo di studio medio-alto, perfettamente introdotti nella loro vita sociale e lavorativa; questo per dire che assolutamente la violenza è trasversale alle categorie sociali.

D. – Il centro ha aiutato più di 90 uomini ad uscire dalla violenza, come spiega lo psicologo Giorgio Pinuti.

 

R. – Il percorso è lungo ed articolato; passa attraverso diversi snodi che riguardano l’assunzione di responsabilità. Sono uomini per la maggior parte che non hanno in fondo un buon livello di autostima e quindi rischiano il fenomeno della negazione o della minimizzazione: “No, sono cose da poco … Ma l’ho fatto una volta sola …Ma erano solo schiaffi, non violenza… Non gli ho fatto poi tanto male… Non accadrà mai più…”. Questi sono proprio i fenomeni tipici per non sentirsi delle brutte persone. Abbiamo tante persone che hanno effettuato dei cambiamenti molto forti. Quindi, credo, che dobbiamo uscire da questa divaricazione tra buoni e cattivi; certe persone buone sono buone sempre non faranno mai niente di male, neanche – come dire -l’offesa o la minaccia alla compagna e dall’altra parte ci sono i mostri quelli che si accaniscono fisicamente verso la moglie. Nella pratica ci sono delle persone che con i loro limiti e con i loro difetti possono mancare di rispetto alla compagna, però possono anche modificare i loro comportamenti ed estinguerli. Possiamo dire a  questi uomini: “Non abbiate paura di ammettere i vostri errori, perché solo una persone che ammette i propri errori può correggersi e diventare una persona migliore”. Alle donne direi: “Non sottovalutate mai la violenza fisica anche se fosse un solo episodio e non sottovalutate neanche la sistematica violenza psicologica”.

D. - Ammettere i propri errori è quello che ha fatto Paolo. Un anno fa ha chiesto aiuto al centro ed ha iniziato con la sua compagna un nuovo percorso di vita.

R. - Mi sono rivolto a loro per chiedere aiuto, un loro supporto. Direi principalmente che è stata una presa di consapevolezza del fatto che esistevano dei problemi di violenza. La mia compagna in questo percorso è stata al mio fianco ed è stata anche colei che mi ha avvicinato ai terapisti.

D. - Cosa si aspetta per il futuro e quali sono gli obiettivi che si è posto?

R. - Gli obiettivi che mi sono posto sono quelli di non esercitare più violenze. È un percorso difficile ma che consiglio per una vita migliore.








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