2015-01-17 07:46:00

Messa Tacloban: l'abbraccio del Papa dopo tragedia del tifone


Il Papa è giunto oggi in aereo a Tacloban, epicentro del tifone che nel 2013 ha fatto oltre 6mila vittime e devastato l'isola, per uno dei momenti più attesi di questo viaggio ma la visita è stata disturbata dal forte maltempo che ha colpito la regione. Per questo Papa Francesco ha dovuto anticipare il suo rientro a Manila di quattro ore. riducendo i momenti che avrebbe dovuto passare con alcune famiglie superstiti del tifone, ha potuto benedire solo dall'esterno un Centro per i poveri a lui dedicato ed ha salutato brevemente i sacerdoti, religiose, religiosi, seminaristi ed altre famiglie superstiti del tifone che lo attendevano all'interno della cattedrale di Palo consegnando loro il discorso che aveva preparato.

La Messa a Tacloban
"Non ho parole per condividere il vostro dolore”. Così Papa Francesco alla Messa a Tacoblan ha parlato alla popolazione filippina. Anche lui munito di cerata gialla contro la pioggia e il vento che hanno accompagnato tutta la celebrazione, ha parlato a braccio in spagnolo. Nel testo in inglese che aveva preparato, l’appello al mondo a ricordare le necessità che ancora restano. Il servizio di
Fausta Speranza

“Quando a Roma ho visto la devastazione del tifone, ho capito che dovevo essere qui, quel giorno ho deciso questo viaggio". Parole dal cuore di Papa Francesco che, tra pioggia e vento, dà per pronunciata l’omelia preparata in inglese e parla in spagnolo, accompagnato da una traduzione simultanea. “Vi dico solo che sono con voi, e che non siete soli". Francesco dice: “Piango con voi”. Il Papa sottolinea il suo rispetto per chi ha perso tutto, a partire dai membri della propria famiglia. “Quando dite che vi sentite abbandonati – dice – io rispetto i vostri sentimenti”. Poi Francesco indica la Croce: Gesù - afferma -  “è là, inchiodato e da lì non ci abbandona”. Egli – spiega – “ha sperimentato le calamità che noi abbiamo subito…in tutto simile a noi”.“Ecco perchè abbiamo un Signore che piange con noi e cammina con noi nei momenti più difficili della vita”. Con questa convinzione di fede, Papa Francesco si lascia andare a un’espressione umanissima: “Non so cos’altro dirvi”, vi chiedo perdono per questo. Poi torna a indicare Gesù sulla Croce per ricordare che accanto stava Sua madre. E, ancora, con parole da Padre afferma: “Siamo come un bambino in quei momenti in cui proviamo così tanto dolore e non capiamo più nulla. Tutto quello che possiamo fare è aggrapparci alla sua mano e dire “Mamma”…come un bambino fa quando ha paura. Sono le sole parole che possiamo pronunciare nei momenti difficili “Mamma”.

L’invito a rispettare un minuto di silenzio: in cui guardare alla Croce e dire a Maria quello che c’è nel cuore, lasciandosi “avvolgere dal suo mantello”.

Poi, finita la Messa, il Papa vuole un altro momento di preghiera in cui recita: “Grazie Dio perché condividi i nostri dolori, come uno di noi”. “Grazie perché ci doni la speranza” e “nei momenti più neri, ci indichi Maria”. “Grazie Dio perché non ci lasci orfani”.    

Nel testo in inglese, Francesco, dopo aver ringraziato quanti hanno prestato soccorso e aiuto per quella che ricorda come la tempesta più forte mai registrata sul pianeta, lancia un appello: “Chiedo ai governanti, alle agenzie internazionali, ai benefattori e alle persone di buona volontà di non stancarsi. Rimane ancora molto da fare – sottolinea il Papa - anche se le prime pagine dei giornali sono cambiate, le necessità rimangono”.

Nell'area in cui il Pontefice aveva celebrato la Messa, il forte vento ha fatto volare un'impalcatura d'acciaio che ha investito una volontaria di 21 anni, uccidendola sul colpo. Lo ha reso noto un portavoce dell'arcidiocesi di Palo. Inoltre sempre a causa della tempesta tropicale in arrivo sull'isola di Leyte un
aereo privato su cui si trovavano, fra gli altri, il ministro delle Comunicazioni, Herminio Coloma, ha sbandato in fase di decollo e ha finito la sua corsa sul prato, in seguito allo scoppio di uno pneumatico della ruota del carrello.
 

 

 








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