Stop al lavoro dei detenuti nelle mense delle carceri

C’è preoccupazione tra chi si occupa di volontariato in carcere. Il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, il Dap, infatti non ha  rinnovato l'affidamento della gestione dei servizi mensa di 10 carceri ad altrettante cooperative di detenuti. Alessandro Guarasci:

Ostacoli normativi e mancanza di fondi. Sono questi motivi, che secondo il viceministro alla Giustizia Costa, hanno indotto il Dap a fermare il servizio. Il numero complessivo di lavoratori detenuti impiegati a tempo pieno nel 2014 nell'ambito del progetto è 116 unità, 53 quello degli impiegati in servizi connessi. Ora il Dap sta cercando di capire come far continuare il servizio. Le esperienze dimostrano il valore del lavoro in carcere, nonostante il clima sia peggiorato dopo Mafia Capitale. A Firenze nell’istituto Gozzini opera la cooperativa San Martino, che dà lavoro a otto detenuti per la lavanderia e la raccolta di abiti usati. Francesco Grazi, responsabile carcere della Caritas locale e direttore della cooperativa.

R. - Bisogna capire che investire sul lavoro dei detenuti è un investimento nella sicurezza, poi, anche della società. Se un detenuto esce dal carcere con una formazione, con un mestiere in mano e dopo aver passato la detenzione in maniera più umana e avendo impiegato bene il suo tempo, è una persona che si reinserisce molto più facilmente all’esterno.

D. – Vuole fare un appello a un suo illustre concittadino, in questo caso il premier Renzi?

R. – Vorrei che parlasse un po’ più di carceri perché mi sembra che sia un argomento che non tocca, che non abbia mai toccato. Quando parla di giustizia, parla di giustizia amministrativa, giustizia civile, giustamente. Però, c’è una gestione interna di chi è già stato condannato di cui bisognerebbe ricordarci un po’ di più. Non è una cosa che dà voti, questo non c’è dubbio. Lavorando con i detenuti e anche con altre persone non detenute, posso dire che spesso sono più motivate e anche più capaci persone detenute che non altre.