Nonostante la “grave preoccupazione per la sicurezza interna”, le Chiese chiedono “il rispetto costante dei diritti e delle libertà dei cittadini dell‘Ue”: questo uno dei messaggi che arrivano da Riga, dove ieri una delegazione di rappresentanti delle Chiese cristiane ha incontrato il ministro della giustizia lettone Dzintars Rasnačs, a una settimana dall’inizio della presidenza lettone del Consiglio europeo. Lo riferisce una nota diffusa oggi dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) che presenta la sintesi del dialogo tra il ministro e i nove rappresentanti di Comece, Conferenza delle Chiese europee (Cec) e Chiese locali.
Nel dialogo: libertà religiosa e tolleranza
“La crescente minaccia del terrorismo sul territorio dell’Ue”, hanno concordato i
partecipanti all’incontro, avrà ripercussioni sulla “elaborazione della nuova strategia
europea per la sicurezza e la prevenzione dei conflitti” al vaglio delle istituzioni
dell’Ue. Nel dialogo - riferisce l'agenzia Sir - si è parlato anche di “libertà religiosa
e tolleranza, cambiamenti climatici, migrazioni e politica di vicinato nell’Ue”. Guardando
all’atteso summit del partenariato orientale in calendario a Riga per il maggio prossimo,
i rappresentanti delle Chiese hanno espresso l’auspicio che “i legami tra i Paesi
coinvolti siano rafforzati”.
Sostenere le sfide dei Paesi in via di sviluppo
Rispetto ai temi dei cambiamenti climatici e al ruolo dell’Ue in vista dell’appuntamento
Onu di Parigi (dicembre 2015), la richiesta delle Chiese è che “le sfide affrontate
dai Paesi in via di sviluppo a questo riguardo siano presi in considerazione in tutte
le proposte” che l’Ue vorrà presentare al vertice, ha detto padre Patrick Daly (Comece),
assicurando che in Europa le comunità cristiane locali continueranno nel loro sforzo
per l’efficienza energetica.
Migrazioni e fuga dei cristiani perseguitati
Quanto alla “irrisolta sfida della migrazione e dell’asilo”, la nota Comece spiega:
“La discussione si è incentrata sulla responsabilità degli Stati membri di condividere
il dovere di ospitalità verso i migranti provenienti da Paesi terzi” ma le Chiese
hanno anche sollecitato “la presidenza sulle esigenze specifiche dei cristiani in
fuga dalle persecuzioni”.
Riga dialoga con le comunità ecclesiali
Il ministro Rasnačs ha offerto in modo “franco e prudente - ancorché provvisorio -
le proprie valutazioni sulle difficoltà e opportunità in ciascuno di questi settori”,
sintetizza la nota, e “ha esortato le Chiese a contribuire al dibattito pubblico su
questi temi”, dichiarando che “il governo della Lettonia è molto impegnato nel dialogo
con le comunità ecclesiali” soprattutto attraverso incontri “regolari con i leader
religiosi riuniti in un Consiglio spirituale”. Gli incontri tra le Chiese e il Paese
di turno alla presidenza dell’Ue è ormai una prassi costante a ogni cambio di presidenza.
(R.P.)
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