2015-01-15 16:00:00

Il Papa: no alla violenza e alla derisione di Dio


Sarebbero circa due milioni le persone che hanno accolto in festa Papa Francesco al suo arrivo a Manila, nelle Filippine, seconda tappa del suo settimo viaggio internazionale in Asia. Il calore di questa accoglienza, ampiamente prevista nel più grande Paese asiatico a maggioranza cattolica, si salda con l'affetto popolare che, nella prima parte del viaggio, aveva circondato il vescovo di Roma a Colombo, in Sri Lanka, dove i cattolici sono appena il 6%. "Nella capitale srilankese - racconta il nostro inviato Alessandro De Carolis - era difficile trovare una via o una piazza dove non fosse affissa un'immagine di Francesco. La popolazione locale ha avvertito per due giorni la presenza di un padre che ha invitato insistentemente gli srilankesi, cingalesi e tamil, al perdono e alla riconciliazione". "Qui a Manila - prosegue il nostro inviato - Francesco, come ha spiegato nella conferenza stampa in aereo, è arrivato soprattutto per i poveri. Sabato, volerà a Tacloban, e visiterà i superstiti del tifone Yolanda del novembre 2013".

"Tra le risposte date dal Papa ai cronisti che viaggiavano con lui, da Colombo a Manila, ha colpito quella sui fatti di Parigi. Riflettendo sul rapporto tra libertà di espressione e libertà di fede, riproposto dal sanguinoso attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, il Papa ha ribadito che accanto al diritto fondamentale alla libertà d'espressione, c'è quello di ogni fede di potersi esprimere senza essere ridicolizzata. Non si uccide in nome di Dio, dunque, ma nessuna fede si può prendere in giro. C'è un limite rappresentato dalla dignità che ogni fede possiede". 








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