“Vogliamo dire che è facile cedere alle semplificazioni e che può esistere sempre la tentazione di confondere una religione con gli estremismi . Esortiamo pertanto tutti a non entrare nella spirale mortale della paura e del disprezzo dell’altro”. Lo scrivono i vescovi francesi riuniti ieri a Parigi in Consiglio permanente in una dichiarazione comune diffusa all’indomani delle manifestazioni cittadine che si sono svolte domenica in tutto il Paese a seguito degli attentati terroristici dei giorni scorsi a Parigi.
Titolo della dichiarazione: “Quale società
vogliamo costruire insieme?”
“La scorsa settimana - scrivono i vescovi - il terrorismo ha colpito e la morte ha
fatto irruzione nel cuore della nostra società. L‘attacco contro Charlie Hebdo, la
presa degli ostaggi e le uccisioni sono drammi che segnano tutti coloro che credono
ai valori che sono alla base del vivere insieme”. I vescovi guardano con speranza
alla manifestazione di domenica a Parigi organizzata “intorno ai principi fondamentali
che plasmano la nostra società”. E scrivono: “Anche noi abbiamo preso parte a questo
slancio e lo sosterremo ancora”.
Colpita a morte la Francia rispettosa di tutti
“Tutte le libertà - scrivono i vescovi - sono intrinsecamente
legate le une con le altre. La libertà di stampa, resta uno dei pilastri su cui si
poggia una società solida, aperta al dibattito democratico, capace di dare spazio
ad ogni persona nel rispetto della sue origini, della sua religione e delle sue differenze.
E’ la Francia rispettosa di tutti ad essere stata colpita a morte. E’ per questa Francia
che dal mondo intero sono state espresse testimonianze di solidarietà e vicinanza;
è questa Francia che domenica ha ridetto la sua adesione profonda ai valori di libertà,
uguaglianza e fraternità. Arriverà il momento in cui dovremo avere il coraggio di
interrogarci per capire come la Francia ha potuto far crescere nel suo seno tali focolai
di odio”.
Su quale progetto di società costruire il futuro?
Dopo gli attentati di Parigi, la Francia ha un grande lavoro da fare. “Dobbiamo interrogarci
- scrivono i vescovi - su quale progetto di società vogliamo costruire il nostro futuro.
Quale società vogliamo far nascere insieme? Quale spazio vogliamo riservare ai più
deboli, agli esclusi, alle differenze culturali? Quale cultura vogliamo trasmettere
alle generazioni che ci seguiranno? Quale ideale di comunità umana, proponiamo ai
giovani?”. Il “giorno dopo” la grande manifestazione parigina con i suoi milioni di
partecipanti, i vescovi invitano a “moltiplicare gli sforzi nell’ambito educativo,
coscienti che questo è il maggior impegno per oggi e per domani. È insieme che costruiamo
la società di domani. Non gli uni contro gli altri ma gli uni con gli altri”. (R.P.)
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