2015-01-13 15:37:00

Un secolo fa il terremoto della Marsica, in Abruzzo


Il santo di Tortona (Alessandria) si trovò di fronte macerie, morte, strade e ferrovie interrotte e tanti, tantissimi orfani rimasti soli.

Tra le prime preoccupazioni di Don Orione ci fu quella di trasportare i più piccoli in luoghi più sicuri, ma la mancanza di mezzi di trasporto rendeva la situazione ancora più critica. Don Orione non si perse d’animo e arrivò addirittura a sequestrare un’auto del Re Vittorio Emanuele III in visita nei luoghi della tragedia.

E’ Ignazio Silone testimone oculare a raccontare l’episodio in Uscita di sicurezza: “Un piccolo prete sporco e malandato con la barba di una decina di giorni, si aggirava tra le macerie attorniato da una schiera di bambini e ragazzi rimasti senza famiglia. Invano il piccolo prete chiedeva se vi fosse un qualsiasi mezzo di trasporto per portare quei ragazzi a Roma. La ferrovia era stata interrotta dal terremoto, altri veicoli non vi erano per un viaggio così lungo. In quel mentre arrivarono e si fermarono cinque o sei automobili. Era il re, col suo seguito, che visitava i comuni devastati". 

"Appena gli illustri personaggi scesero dalle loro macchine e si allontanarono, il piccolo prete, senza chiedere il permesso, cominciò a caricare sopra una di esse i bambini da lui raccolti. Ma, come era prevedibile, i carabinieri rimasti a custodire le macchine, vi si opposero; e poiché il prete insisteva, ne nacque una vivace colluttazione, al punto da richiamare l’attenzione dello stesso sovrano. Affatto intimidito, il prete si fece allora avanti, e col cappello in mano, chiese al re di lasciargli per un po’ di tempo la libera disposizione di una di quelle macchine, in modo da poter trasportare gli orfani a Roma, o almeno alla stazione più prossima ancora in attività. Date le circostanze, il re non poteva non acconsentire". 

L’opera di Don Orione tra le macerie della Marsica continuò nell’opera dei suoi religiosi e suore che, nell’Istituto di Avezzano, accolsero orfani prima, e poi ragazzi poveri e giovani da avviare al lavoro, mediante il Centro professionale e il Centro giovanile. Ad Avezzano fu costruito il Santuario di “Nostra Signora del Suffragio” ove, ancora oggi si ricordano e si prega per le vittime del terremoto. Ultimamente una moderna Residenza Sanitaria Assistita da accoglienza qualificata e calore umano a 90 anziani della Marsica.








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