2015-01-13 16:47:00

P. Lombardi: il Papa molto contento per accoglienza straordinaria


Sulla prima giornata di Francesco nello Sri Lanka, il nostro inviato Silvonei Protz ha raccolto il commento del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi che si sofferma in particolare sulla straordinaria accoglienza ricevuta dal Papa:

R. – A me è sembrata un’accoglienza straordinaria, molto molto bella e calorosa, che io effettivamente da un Paese in cui i cattolici sono una minoranza, non mi sarei aspettato. Sia la solennità e la bellezza dell’accoglienza all’aeroporto, con le danze, con i canti, con tutta la ricchezza storica e culturale del Paese, sia poi anche l’accoglienza lungo la strada, dall’aeroporto alla città: 28 km di gente dalle due parti, o perlomeno da una parte, ma con molta gente, veramente. Non c’era un buco, non c’era un filo di spazio in questo muro di persone. 28 km … e ho calcolato che forse saranno state 200-300 mila persone – qualcuno dice anche di più – lungo la stradaper una città che non è in maggioranza cattolica! E una cosa che a me sembra molto impressionante e molto bella. E il Papa, naturalmente, stava a suo agio, come fa lui sul papamobile: infatti, poi, ha preso tanto di quel sole … a lui piacciono i papamobile aperti ma poi, dopo, quando c’è il sole tropicale se ne sentono anche le conseguenze … Ma era un incontro con la gente, veramente bello e cordiale. Quindi, io direi che il primo impatto è stato bellissimo. E poi, nel pomeriggio, ci sono stati ancora gli altri due eventi: l’incontro con il presidente e l’incontro interreligioso. L’incontro con il presidente ha un significato particolare perché, come sappiamo, è un presidente eletto in un certo senso a sorpresa da pochi giorni, che rappresenta un grande cambiamento e che rappresenta per molti una speranza, in questo lavoro di riconciliazione fra le diverse componenti della società dello Sri Lanka. Si sa che è stato eletto con il voto massiccio delle minoranze, in particolare, che sono quelle che portano dentro di sé le ferite che vanno un po’ guarite, dopo la guerre civile o il senso di non essere sufficientemente valutati o di avere i diritti rispettati. Quindi, questo presidente rappresenta certamente un momento di grande speranza. E il fatto che il Papa arrivi proprio a inaugurare questa presidenza, dandole un incoraggiamento di carattere morale che si vede che è ben gradito da questo presidente, anche se è buddista, questo a me sembra un momento di grazia di Dio, per questo Paese. Nelle settimane precedenti sentivamo la gente che ci diceva: “Ma, bisogna rimandare questo viaggio perché ci sono le elezioni, il clima sarà teso, ci potranno essere violenze”, oppure “Non è il momento buono”: è capitato, io credo, nel momento migliore che poteva capitare e al di là di ogni previsione. Perché che ci siano state queste elezioni, che si siano svolte pacificamente – perché non c’è nessun segno di violenza, mentre dicono che normalmente dopo le elezioni politiche c’era, la violenza, in questo Paese … Allora, nessun segno di violenza; il Papa che incoraggia un presidente che sembra bene accolto in particolare dai deboli, dalle minoranze, a fare un gran lavoro di riconciliazione, più di questo cosa vogliamo? E quindi, il Papa viene per la sua missione di pastore per la Chiesa dello Sri Lanka, ma la Chiesa dello Sri Lanka è una Chiesa in cui sono presenti sia i cingalesi sia i tamil, quindi è una Chiesa che di natura sua vive il tema della riconciliazione, dell’unione degli animi e può esserne fattore in una società che ha subito tante divisioni. Quindi, veramente, io vivo questi giorni come una grande grazia di Dio al di là di quanto mi aspettassi.

 D. – Una Chiesa come ponte, allora?

R. – Sì, sì … Anche questo incontro interreligioso: mi ricordava uno dei responsabili che durante il viaggio di Giovanni Paolo II l’incontro interreligioso non era riuscito, perché i buddisti non erano venuti, e i buddisti sono il 70 per cento della popolazione. Quindi, senza buddisti non si fa nessun dialogo interreligioso sensato, qui in Sri Lanka. Questa volta ce n’erano 600, di monaci buddisti, nella sala della riunione, con più di mille persone. Quindi, anche questo è stato un segno estremamente positivo: il clima era di grande serenità e grande desiderio di andare avanti in una via di riconciliazione e di armonia.

D. – Parlando con un vescovo del Nord dello Sri Lanka, lui mi diceva che uno dei monaci buddisti è andato da lui a chiedergli l’invito per andare a incontrare il Papa …

R. – Sì, anch’io ho sentito dei casi specifici di monaci buddisti che dicono: “Ma, io amo molto il vostro Papa, voglio veramente venire a incontrarlo”.

D. – La domanda che abbiamo fatto anche ai vescovi: perché i buddisti amano il Papa? Hanno detto: per la sua semplicità …

R. – Io non sono un esperto di buddismo né di Sri Lanka, quindi mi è difficile dare un parere approfondito. Ma è quello che hanno detto un po’ tutti e che io ho sentito dire: quindi, la personalità del Papa, il suo francescanesimo … dimostra uno stile, dei valori, un modo di vivere la testimonianza religiosa che spontaneamente incontra, al di là dei confini tra le diverse confessioni religiose. E’ molto credibile nella sua verità di testimonianza di uomo religioso. E questo attira.

D. – Tornando alla questione politica: qualche giornale ha messo in risalto che cambia l’immagine delle strade: prima c’erano i politici, adesso c’è il Papa. Questo ha aiutato moltissimo anche a mettere pace nel cuore della gente …

R. – Probabilmente, in questo clima pacifico di queste elezioni, il fatto dell’attesa della visita papale e del suo svolgersi può giocare una sua parte: chi lo sa? Prendiamone tutto il suo aspetto positivo e godiamone …

D. – Gli elefanti: tutti i media del mondo parlano degli elefanti che anche loro aspettano il Papa …

R. – Ma, è vero: anch’io, onestamente, sono stato molto colpito dagli elefanti, perché non avevo mai visto un’accoglienza papale con un elefantino, mascotte dell’esercito, tutto ben vestito e bardato in un modo simpaticissimo, e poi 40 grossi elefanti allineati lungo la strada portati dai diversi templi: perché dicono che molti sono allevati o vivono presso i templi buddisti che sono templi piuttosto ricchi e che hanno anche questo aspetto, dell’avere elefanti come animali rispettati nel recinto sacro. E’ stato un aspetto molto bello e diciamo anche – se vogliamo pensare all’Enciclica del Papa sull’ambiente che aspettiamo, che ci fa pensare a tutta la Creazione che collabora nel lodare il Signore e che dev’essere tenuta presente nel costruire un nostro futuro di pace. Ecco: questi elefanti erano molto pacifici, quindi davano un’impressione di buona armonia tra gli uomini e gli animali.

D. – Lei ha avuto modo di parlare con il Papa di questa accoglienza che ha ricevuto?

R. – Certamente so che è stato molto contento. Non è che abbia avuto molti momenti per parlare con il Papa perché corro anch’io, come tutti, dietro al Papa con gli avvenimenti che ci sono. Ma poi parlo continuamente anche con le persone che parlano con lui, quindi so che il suo atteggiamento, la sua sensibilità sono molto positivi. Io ho parlato con lui sull’aereo: era in ottima forma, molto contento, si avvicinava a questo viaggio con grande speranza e con grande serenità. E mi sembra che sia ricompensato.

D. – Questo mercoledì sarà una giornata importante, con la canonizzazione di Giuseppe Vaz

R. – Sono due i momenti molto importanti di questo mercoledì: la canonizzazione che, tutto sommato, è stata anche una delle occasioni di questo viaggio, e Vaz è un evangelizzatore ma è anche un amico dei poveri, è una persona rispettata e amata da tutte le componenti della società dello Sri Lanka. Quindi anche lui una figura che fa unità. E poi, nel pomeriggio, il Santuario di Madhu, Santuario nazionale mariano, nel Nord del Paese, quindi nell’area Tamil... nell’area che è stata tragicamente toccata dalla guerra civile per tantissimi anni; anch’esso è un luogo e un segno di unità. E Papa Francesco è il primo Papa che esce da Colombo: i due Papi precedenti erano venuti ma erano rimasti in città, a Colombo. E Papa Francesco va anche nel Nord dell’area Tamil, ma per fare un segno di preghiera a Maria che sarà un momento altissimo di spiritualità e di riconciliazione.

D. – Un’ultima domanda: che cosa si aspetta da questo viaggio per la Chiesa dello Sri Lanka?

R. – Io aspetto che questa grazia di Dio straordinaria possa dare i suoi frutti. Non solo in questi giorni ma negli anni, e non solo per la Chiesa ma per la società, perché la Chiesa non vive fuori dalla società, fuori dal mondo. Quindi, quello che noi desideriamo lo desideriamo per lo Sri Lanka in cui c’è la Chiesa che svolge la sua missione attiva di evangelizzazione, di riconciliazione, di amore, di servizio per tutti. E questo noi crediamo che verrà molto incoraggiato dalla visita di Papa Francesco.








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