2015-01-12 13:58:00

Francesco: pregate per il mio viaggio in Sri Lanka e Filippine


All’Angelus di ieri, Papa Francesco ha chiesto di pregare per il suo viaggio apostolico nello Sri Lanka e nelle Filippine che si svolgerà da oggi al 19 gennaio. Sabato sera si è recato a pregare nella Basilica di Santa Maria Maggiore in vista di questa sua nuova missione: “Vi chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera e chiedo anche agli srilankesi e ai filippini che sono qui a Roma che preghino specialmente per me per questo viaggio”. Si tratta del più lungo dei viaggi apostolici internazionali di Francesco, il settimo. Su questo suo ritorno in Asia, il servizio del nostro inviato, Alessandro De Carolis:

La “prua” del Pontificato vira a est, esattamente cinque mesi dopo. Era l’estate italiana, quando Francesco si imbarcava per la Corea del Sud. Dal 38.mo parallelo questa volta la rotta del settimo viaggio apostolico punta nel Sudest asiatico, appena sopra l’equatore. Prima destinazione, lo Sri Lanka, fino al 1972 e per secoli conosciuta come Ceylon, mitica terra dei pescatori di perle.

Religioni in armonia
Il Papa viene come 45 anni fa Paolo VI e 20 anni fa Giovanni Paolo II in un Paese di minoranza per la Chiesa – 7% di cattolici, altrettanto di musulmani, stragrande maggioranza di buddisti – ma casa di pacifica convivenza per le varie fedi che vi hanno messo radici, vale a dire una tessera di valore esemplare nell’immenso mosaico umano dell’Asia, non poche volte ostile al Vangelo. Una eccezione recente a questo quadro è purtroppo rappresentata dalla nascita di alcuni gruppi estremisti di religione buddista che hanno portato attacchi in particolare contro la comunità islamica. E la solidità di questa convivenza verrà apprezzata già nel pomeriggio del primo giorno, quando Papa Francesco si intratterrà coi leader religiosi, a Colombo, incontro preceduto in mattinata da un altro a porte chiuse coi 20 vescovi locali e dalla visita protocollare alle autorità di una nazione che ha appena scelto il suo nuovo presidente, Sirisena, ma che per una norma prevista dalla Costituzione vedrà per due anni ancora a capo dello Stato lo sconfitto Rajapaksa.

Ai piedi della Madonna di Madhu
Francesco verrà a parlare anche di riconciliazione alle due etnie che compongono lo Sri Lanka, la maggioranza cingalese e la minoranza secessionista tamil, divise per un trentennio fino al 2009 da una terribile guerra interna, con i cingalesi vittoriosi alle armi e i tamil, raggruppati al nord, costretti a piegare la testa. Su quella che fino a pochi anni fa era una linea del fronte, sorge il Santuario mariano “Our Lady of Madhu”: qui il Papa si inginocchierà per pregare per la pace, seminata nell’isola già dai primi missionari, così come narra la storia del Beato Giuseppe Vaz, che Papa Francesco canonizzerà il 14 gennaio.

Misericordia e compassione
Giovedì 15 gennaio, sei ore abbondanti di volo porteranno il Papa da Colombo a Manila. E di fatto comincerà un nuovo viaggio apostolico perché praticamente opposto allo Sri Lanka è lo scenario delle Filippine, Paese asiatico a maggioranza cattolica. I riflettori dei media saranno accesi in particolare sulla giornata di sabato, quella in cui Francesco prenderà l’aereo per raggiungere Tacloban e camminare tra le rovine ancora evidenti lasciate dal passaggio del tifone “Hayan”, che sul posto hanno ribattezzato “Yolanda”, tra i più spaventosi mai registrati: 6.200 morti, 30 mila feriti, mezzo milione di case sbriciolate. Il Papa celebrerà la Messa con la gente del posto, pranzerà con una trentina di superstiti, benedirà il Centro costruito con il contributo di “Cor Unum”, ma soprattutto farà sentire vicino il calore di un padre che vive a Roma ma ha il cuore sempre vicino a chi soffre, è solo, colpito da miseria.

A Manila incontro a Rizal Park
Tre giorni durerà il soggiorno di Papa Francesco nelle Filippine e ci sarà spazio per stare con i giovani, con le famiglie, con il clero del Paese, con le autorità. Soprattutto, ci sarà spazio e tempo per concludere là dove Giovanni Paolo II mise il sigillo alla sua Gmg del ’95, presiedendo quella che è passata alla storia come la più grande Messa mai partecipata, quattro milioni di persone disseminate sui 60 ettari di Rizal Park di Manila e delle zone limitrofe. Un modo per riascoltare e rinnovare il polso e il cuore di una grande Chiesa di frontiera, che sulla carta sembra un piccolo atollo - piccolo atollo cristiano - piantato tra due immensità, il Pacifico a est la Cina a ovest.








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